Non potete misurare i nostri passi: a Torino presidio al Tribunale e corteo
Oggi martedì 26 Gennaio si è tenuto l’interrogatorio di garanzia per 6 persone sottoposte ad indagine perché si mobilitano per il diritto all’abitare. Proprio coloro che si mobilitano per il diritto alla casa e da anni difendono le innumerevoli famiglie sotto sfratto, che credono si debbano dare delle risposte ai soprusi della magistratura e delle istituzioni, sono ora sottoposti a misure cautelari, quali divieto di dimora e firme giornaliere.
Tutto questo è inaccettabile! Famiglie con bambini si trovano in situazioni disperate: senza casa, senza lavoro, eppure tengono stretta la loro dignità, occupando e resistendo ogni giorno.
Anche oggi le famiglie, i bambini, gli occupanti dello Spazio Popolare Neruda hanno dimostrato la loro forza e la loro determinazione, organizzandosi in un numeroso presidio al di fuori delle gelide mura del Tribunale, dove chi lotta e resiste si trovava costretto a rispondere di inconsistenti reati.
Eravamo in tanti, eravamo arrabbiati! Siamo coscienti della volontà di chi giudica: arrestare e fermare le lotte sociali, in questo caso ostacolando chi rivendica con il sorriso il diritto fondamentale all’abitare.
Per questi motivi il presidio si è trasformato in un corteo che ha percorso le vie del centro di Torino. Non vogliamo una città vetrina che conserva i privilegi del Fassino di turno, vogliamo una città che dia delle risposte, che soddisfi i bisogni dei mille volti differenti che la abitano e che ogni giorno la arricchiscono.
Continueremo con le resistenze agli sfratti, additeremo i palazzinari di turno e i responsabili dell’impoverimento della nostra città! Non ci spaventano misure e intimidazioni di ogni genere, siamo dalla parte della ragione, siamo coloro che colorano la nostra città, che la amano e che sicuramente non molleranno!
Giovedì 28 saremo di nuovo tutti insieme in via Villar 15, uniti e compatti per difendere lo sfratto di Omosefe e della sua bambina.
Tutt* Liber* subito!
#LibertàDiResistere! #LibertàDiAbitare!
Le Famiglie e gli occupanti dello Spazio Popolare Neruda
Torino, presidio sotto il tribunale. Non potete misurare i nostri passi!
Noi Famiglie dello Spazio Popolare Neruda abbiamo deciso di organizzare un presidio davanti al Palagiustizia “Bruno Caccia”(Corso Vittorio Emanuele II, 130 ) con l’intento di sensibilizzare la cittadinanza tutta sull’attacco portato dalla magistratura torinese nei nostri confronti; un attacco verso chi si mobilita e resiste per far fronte ad un’emergenza abitativa sempre più significativa nella nostra “democratica” città.
All’alba dello scorso giovedì 21 Gennaio sono stati notificati obblighi di firma quotidiani e divieti di dimora a attivisti e occupanti dello sportello Prendocasa Torino. I reati contestati si riferiscono a un episodio di resistenza a uno sfratto avvenuto quest’estate. Ci sembra inaccettabile che chi si spende generosamente per la riappropriazione di diritti fondamentali come quello all’abitare, venga allontanato, ritenuto pericoloso e invece chi sfratta, chi si prende la responsabilità di lasciare intere famiglie, bambini in mezzo ad una strada, occupa posti di prestigio nei palazzi del potere e nei tribunali.
Ormai le regole di questo gioco sono chiare, come chiaro è l’obiettivo di magistratura ed istituzioni: indebolire la nostra lotta e spaventare chi ne fa parte, così da dividere il gruppo di “resistenti e solidali” costantemente in crescita. Questa manovra ci sembra assurda, completamente scevri da vittimismi, ci importa invece denunciare la sproporzione di tali misure cautelari, l’inconsistenza di tali capi d’accusa.
Siamo stufi! Non ci siamo mai fermati di fronte ai continui attacchi da parte di chi ci governa, da parte di chi in giacca e cravatta si fa promotore di una democrazia fittizia. Siamo in tanti, forti di essere dalla parte della ragione, consapevoli di voler difendere la nostra casa e con essa la nostra dignità.
E’ importante urlare a gran voce il nostro no alla Torino dei palazzinari e capitale degli sfratti, alla Torino delle grandi opere, alla Torino delle speculazioni, alla Torino del debito e della San Paolo! Ancor più importante è essere in tanti: ad esclusione della solita casta, siamo tutti sotto attacco!
Rivogliamo tra di noi chi resiste e ogni giorno dà cuore e corpo alla nostra lotta.
Liber* tutt*! Per un muro popolare di dignità, contro la crisi!
#SenzaCasanonSOStare #libertàdiresistere #libertàdiabitare
Non potete misurare i nostri passi. Alcune riflessioni
Qualche giorno fa alcuni attivisti e occupanti dello Spazio Popolare Neruda e del comitato Prendocasa hanno ricevuto delle misure cautelari consistenti in tre obblighi di firma e tre divieti di dimora a Torino.
Partiamo dai fatti, le denunce si riferiscono ad una resistenza a uno sfratto condotta questa estate. Lo sfratto era in esecuzione nei confronti di una donna anziana e sola che si era rivolta allo sportello Prendocasa. Non avveniva per morosità, ma per cessata locazione. Il proprietario della palazzina di due piani, che viveva al piano superiore voleva prendere possesso dell’intero immobile, sfrattando la donna che per moltissimi anni aveva vissuto al piano sottostante. Questo almeno fino a quando la proprietà non è cambiata e la tranquillità della vita della signora si è rotta definitivamente. Oltre a una questione di soldi, quindi c’erano in ballo affetti e radici che la signora aveva consolidato in quell’appartamento.
In molti quel giorno avevamo partecipato al muro popolare contro lo sfratto. Era una iniziale sperimentazione che facevamo collettivamente immediatamente dopo lo sgombero della prima occupazione dello Spazio Popolare Neruda. Era un tentativo di non replicare semplicemente un picchetto antisfratto, ma di costruire delle relazioni di solidarietà. Era, come poi è diventato tradizione, un momento di lotta e di festa.
Qui forse possiamo trovare il primo elemento chiaro di questa inchiesta: quello che si prova ad attaccare è un modello di resistenza agli sfratti che vede la sua efficacia e che da questa estate si è diffuso in città. Il muro popolare permette a singoli e famiglie nella stessa condizione di riconoscersi e organizzarsi. Sempre più persone si avvicinano a questo percorso abbandonando la vergogna e l’individualismo e provando a collettivizzare il proprio disagio. Ogni settimana sono almeno un paio i casi di pignoramento o sfratto che ci troviamo ad affrontare, e sempre più spesso l’esperienza di lotta di chi resiste non si conclude con il rinvio del provvedimento, ma prosegue all’interno dello Spazio Popolare. Proprio dai muri popolari è nata l’assemblea della domenica, dove gli occupanti e chi ha problemi di casa si incontrano per confrontarsi ed organizzarsi.
Il ragionamento poi diviene facile, il secondo obbiettivo di procura e Digos è quello di indebolire il progetto dello Spazio Popolare Neruda. E’ cristallino cogliere questo aspetto, se si nota che ad essere colpiti dalle misure sono stati alcuni degli attivisti che più si sono spesi in questo percorso e alcuni degli occupanti che hanno messo in campo maggior protagonismo con intelligenza e orgoglio. Fa sorridere vedere l’eterogeneità dei denunciati che attraversano molte fasce di età e che vengono da ambienti diversi. La spoporzione e l’assurdità di applicare a ipotesi di reato flebili e tutte da dimostrare misure restrittive di questa caratura è presto spiegata, la possibilità che si estenda una lotta sulla casa e un progetto come quello del Neruda fa paura ad istituzioni e polizia. E dato che il clima pre-elettorale già di per sé turbolento non permette un ulteriore sgombero si prova a depotenziare l’iniziativa di chi si mobilita.
Carattere di assurdità rivestono tanto i divieti di dimora a Torino, due tra l’altro spiccati ad attivisti che non risiedono più in città, quanto gli obblighi di firma. Emblematico è il caso di Paolo, occupante di mezza età, incensurato e avvicinatosi al percorso di lotta per la casa dopo il pignoramento da parte di una banca della sua abitazione. Per una spinta mai data nel contesto del muro popolare riesce a meritarsi un provvedimento cautelare consistente nelle firme.
Questa inchiesta delinea chiaramente la differenza che intercorre tra la legalità e l’uso politico che ne viene fatto dalla magistratura di Torino e la giustizia effettuale. Ci chiediamo continuamente come sia possibile che la legalità permetta a migliaia di persone l’anno di rimanere senza casa, di ricevere sfratti e pignoramenti, di vivere per strada in pieno inverno, come sia possibile che punisca chi tenta di impedire queste ingiustizie e chi si ribella dal subirle e protegga chi ci specula sopra, chi ci guadagna, in primo luogo chi le compie.
Chiediamo a chi vuole maggiore legalità cosa dovrebbe fare un uomo che a cinquantanni perde il lavoro, un’anziana che con la pensione non riesce a pagare l’affitto, e chi un lavoro invece non è riuscito mai a trovarlo. Come dovrebbe sopravvivere chi per l’inettitudine e l’avidità di un sistema politico ed economico corrotto si è trovato di colpo sul lastrico? Come fare se le liste per le case popolari strabordano e se si preferiscono grandi opere inutili a nuova edilizia popolare?
Noi a questa domande abbiamo trovato una soluzione e può non piacere, ma è l’unica possibile.
E se ci viene detto che siamo illegali, diciamo è vero, ma almeno un po’ più giusti.
La certezza che oggi abbiamo è che non saranno queste ridicole accuse costruite ad arte a scalfire il progetto che stiamo portando avanti e sappiamo bene che per quante misure possano darci, è impossibile misurare i nostri passi!
La lotta per la casa non si ferma! Le vostre misure non ci spaventano!
Cresce la disuguaglianza sociale
Dall’inizio della crisi economica sempre più fasce sociali vengono investite dai processi di proletarizzazione dato dal continuo livellamento verso il basso dovuto alle politiche di austerità e alla trasformazione sistemica.
Se la crisi e i suo effetti – leggi gestione capitalistica di scarico dei costi ai danni delle fasce più poveri e/o in fase di impoverimento – da un lato producono povertà ed esclusione sociale, dall’altro lato la ricchezza prodotta e non redistribuita rimane nelle mani di quel 1% della popolazione mondiale che possiede la totalità della ricchezza prodotta.
Nel rapporto diffuso da Oxfam alla vigilia del Forum economico mondiale di Davos, rivela che negli ultimi 12 mesi il divario tra i più ricchi e il resto del mondo è cresciuto drasticamente. La crescente disuguaglianza sociale ed economica si abbatte in modo catastrofico sulle fasce sociali più povere: i dati diffusi da Oxfam rivelano come dal 2010, 3,6 miliardi di persone, la metà della popolazione mondiale, ha visto la propria quota di ricchezza ridursi di circa 1.000 miliardi di dollari, mentre i 62 super ricchi invece registrano un incremento di oltre 500 miliardi di dollari, arrivando così ad un totale di 1.760 miliardi di dollari, in un contesto che continua a lasciare le donne in condizione di grave svantaggio (perfino tra i 62 super-ricchi solo 9 sono donne).
Sempre dai dati diffusi da Oxfam, questa disuguaglianza sociale viene registrata anche in Italia. I dati sulla distribuzione nazionale della ricchezza del 2015 evidenziano come l’1% più ricco degli italiani sia in possesso del 23,4% della ricchezza nazionale netta.
Dal 2010 al 2015 l’incremento della ricchezza prodotta è finita tutta nelle mani di quel 10% più ricco degli italiani. Se a questo si aggiungono la perdita del posto di lavoro, i licenziamenti facilitati dalla riforme del governo Renzi attraverso il Jobs Act, lo smantellamento del welfare e l’ esclusione dai servizi dovuti alla rigidità dei parametri di gerarchizzazione sociale, il 2016 non porterà quei miglioramenti tanto decantati dal governo Renzi dove tutto o quasi è in continua ripresa e dove l’ottimismo di propaganda politica sostituisce il dato di realtà sociale odierno.
Non saranno i dati registrati dalla società Oxfam a smuovere i potenti per sanare il divario fra ricchi e poveri ma starà a noi munirci di quegli anticorpi sociali e di contrapposizione all’impoverimento crescente.
Nella città vetrina…NOI VENIAMO “PRIMA”! #SenzaCasaNonSOStare
Dopo l’iniziativa di protesta di ieri sera, lunedì 28 dicembre, davanti al Teatro Regio di Torino durante la prima di “Roberto Bolle and Friends” ,le famiglie occupanti dello Spazio Popolare Neruda hanno scritto un comunicato nel quale descrivono il senso politico della manifestazione che, oltre alla lotta per la casa, ha supportato anche le rivendicazioni dei lavoratori dello spettacolo:
Abbiamo da poco concluso un lungo, ma efficace presidio ad un’importante prima teatrale del Regio di Torino. Era da tanto tempo che sentivamo l’esigenza di fare in modo che tutti si ricordassero che Torino è soprattutto la capitale degli sfratti.
Siamo arrivati di sorpresa davanti all’ingresso del teatro verso le 19 e lì abbiamo preso posizione affinchè i bambini, insieme ad alcuni lavoratori dello spettacolo, riuscissero ad eseguire la performance (nonostante un ingente dispiegamento di agenti in anti sommossa) che si erano preparati: una delle nostre rivendicazioni era infatti il diritto ad una cultura libera ed accessibile a tutti e per questo abbiamo scelto il Teatro Regio, simbolo della cultura d’elitè, della cultura dei pochi che se la possono permettere.
Una bimba dell’occupazione durante la preparazione del loro spettacolo
“Tuttavia, pur girando a vuoto, chi è costretto ad abbandonare il proprio paese mantiene la propria identità e si improvvisa un tetto. Fatto di cosa? Di abitudini, credo, della materia prima della ripetizione, trasformata in rifugio. Le abitudini vogliono dire parole, opinioni, gesti, azioni, persino il modo di portare il cappello”.
Spazio Popolare Neruda: ecco fin dove siamo arrivati!
Questa è una breve cronistoria di questo mese e mezzo passato nell’occupazione di Corso Ciriè 7. Abbiamo voluto scrivere questa sorta di diario per due principali motivi: il primo è per farci conoscere, per far conoscere il nostro percorso e la nostra lotta, anche per chi magari è ancora un po’ diffidente verso lo spazio Neruda.
Il secondo motivo è perchè anche noi avevamo bisogno, arrivati a questo punto, di fermarci un attimo a guardare la strada percorsa fin’ora, per acquistare maggiore consapevolezza di noi, dei nostri limiti e delle nostre forze.
Riappropriarci di questo edificio in disuso non ha certo esaurito la nostra lotta, ma abbiamo fatto un piccolo passo verso il miglioramento delle nostre vite e quelle dei nostri figli. Ma questo non ci basta.
Noi siamo diventati una comunità, una grande famiglia in cui tutti possono entrare attraverso la solidarietà, la condivisione e la giusta determinazione di coloro i quali hanno voglia di far valere i propri diritti. Abbiamo cominciato risolvendo l’enorme incubo di non avere una casa, ma sono molti altri gli aspetti della nostra vita per cui vogliamo e abbiamo bisogno di lottare. Quindi questo “diario” ha molte pagine ancora da scrivere ed è destinato ad arricchirsi.
Con questo preambolo vi auguriamo quindi buona lettura!
Stay tuned!
#SenzaCasaNonSOStare #CasaRedditoDignitàPerTutti
Le Famiglie dello Spazio Popolare Neruda
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- 31 ottobre 2015
Inizia qui la nostra storia. Ma in verità era iniziata molto prima. Questo è il giorno in cui, dopo lo sgombero di via Bardonecchia 151, abbiamo deciso di riprenderci una casa. Quello di avere un tetto sopra la testa è un diritto per noi fodamentale, ma non sembra dello stesso avviso l’amministrazione comunale che ci ha chiuso tutte le porte in faccia, da quelle dell’emergenza abitativa a quelle dell’assistenza sociale.
https://www.facebook.com/spNeruda/videos/194123757590351/?theater
(qui il nostro video che racconta la situazione abitativa in città)
Con l’occupazione a scopo abitativo dell’ ex istituto conciario di Corso Ciriè 7 infatti abbiamo voluto, oltre a riprenderci una casa, denunciare non gli affari speculativi dei privati con la complicità delle amministrazioni, il continuo abbandono di strutture pubbliche e i continui fallimenti delle politiche socio-abitative del Comune.
In questo giorno ci siamo riconquistati quella dignità che meritiamo, con anche l’intenzione di costruire con il quartiere nuovi spazi di aggregazione e didiscussione.
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- 1 Novembre
Essendo alle porte dell’inverno, avevamo chiesto una mano a tutta la cittadinanza per raccogliere i beni di prima necessità per passare le prime notti all’occupazione. Nell’appello abbiamo chiarito per cosa lottiamo tutti i giorni:
“Vogliamo risposte dal sindaco Fassino e da tutta l’amministrazione.
Vogliamo che venga messa in atto la moratoria sugli sfratti.
Vogliamo che la questione abitativa non venga gestita come problema di ordine pubblico o attraverso politiche d’emergenza.
Vogliamo una nuova edilizia popolare, assegnazione del patrimonio pubblico in disuso agli sfrattati e la requisizione degli appartamenti sfitti.
Vogliamo canoni d’affitto, bollette e costi della vita calmierati in base al reddito.”
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- 3 Novembre
Come avevamo detto, in questo giorno abbiamo fatto la prima iniziativa di apertura al quartiere. Siamo andati alla scuola materna di fianco a noi e abbiamo invitato mamme e bambini a passare il pomeriggio con noi. Ci siamo tutti divertiti moltissimo!
https://www.facebook.com/spNeruda/videos/195200034149390/?theater
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- 5 Novembre
Questa è stata un grande giornata di lotta! Abbiamo organizzato per due famiglie in difficoltà ben due muri popolari!
Il primo era per Patience, da sola con tre figlie, che sta subendo il pignoramento della sua casa venduta all’asta. Era un quarto accesso, ai primi tre ha resistito da sola, ma con il nostro supporto come famiglie dello Spazio Popolare Neruda Patience non ha avuto più paura e non si è sentita sola! Ora fa parte della nostra grande famiglia.
Così è stato anche per Teresa e la sua famiglia. Qui però avevamo a che fare con il palazzinaro più efferato di Torino: il proprietario di casa di Teresa è Giorgio Molino, proprietario di 1850 appartamenti in città e fuori, indagato per decine di questioni legate al malaffare, compreso sfruttmento della prostituzione.
In questa occasione il rappresentante di Molino ha dichiarato apertamente (come testimonia una registrazione audio in nostro possesso) che la linea di condotta scelta dal palazzinaro è quella di richiedere lo sfratto a sorpresa (art. 610) già dal secondo accesso, rifiutando qualsiasi possibilità di mediazione con le famiglie in difficoltà per morosità incolpevole. Se questo è quello che vuole, anche noi le rifiuteremo da questo giorno in poi…
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- 7 Novembre
Un’altra giornata di lotta! Ma questa volta non si tratta di resistenza agli sfratti.
In occasione di una pomposa festa per celebrare il trentennale del piano regolatore all’ex Caserma de Sonnaz, siamo andati a dire la nostra a Fassino e Chiamparino, facendogli notare che la situazione in città è tragica e non c’è proprio niente da festeggiare.
Ovviamente non abbiamo potuto dirglielo di persona perchè come al solito le forze dell’ordine si mettono al servizio di chi questa città la sta uccidendo e ci hanno addirittura spintonati co scudi e manganelli in mano, mentre noi tenevamo i nostri figli sulle spalle!
Anche le dichiarazioni di Fassino ci hanno lasciato l’amaro in bocca: il nostro Piero ha affermato che le tesi e le teorie di chi lotta per il diritto alla casa avrebbero portato alla morte di Torino. Abbiamo quindi risposto con un comunicato chiedendo, visto che Fassino oppone la vita di migliaia di persone ai profitti di pochi, chi si sta macchiando realmente dell’omicidio di questa città e dei suoi abitanti…
Noi per conto nostro continueremo a cercare di costruire un’alternativa per i nostri figli e per i molti bambini che vivono nello Spazio Popolare Neruda, per chi vive con vergogna e difficoltà una crisi che di certo non ha provocato, per la città migliore che si sta mettendo in movimento.
Fortunatamente la sera ci siamo riscaldati il cuore festeggiando i tre anni di Hassia!
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- 10-14 Novembre
14/11 Torneo di scopone
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- 17 Novembre
Continuano i muri popolari: Mosè, Christy e i loro quattro bimbi che rischiano di essere sbattuti in mezzo a una strada. Ma nonostante l’ufficiale giudiziario sia passato alle 17 (orario non di rito!), siano intervenuti i carabinieri, alla fine abbiamo vinto noi!
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- 19 Novembre
Nasce il comitato civico “Salvare la pelle!”, formato da professori, ex allievi e persone che vogliono tutelare la memoria storica dell’ex istituto conciario. Fin dai primi giorni gli ex professori erano venuti a visitare il loro vecchio posto di lavoro, raccontandoci con passione la storia dell’istituto:
https://www.facebook.com/spNeruda/videos/199870240349036/?theater
Abbiamo quindi lanciato una conferenza stampa per l’istituzione di questo comitato che già aveva prodotto un appello:
https://www.facebook.com/notes/le-famiglie-dello-spazio-popolare-neruda/appello-alla-cittadinanza-e-alle-istituzioni-per-salvare-listituto-baldracco-di-/200038930332167
e di cui molti giornali hanno parlato. Ma questo è secondo noi l’articolo che più di tutti ha centrato l’obiettivo di questa collaborazione tra noi e il Comitato.
http://www.valsusanotizie.it/2015/11/19/emergenza-casa-corso-cirie-quando-occupare-serve-a-tutti/
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L’intensa giornata continua con una bellissima serata benefit alla Cavallerizza Reale Occupata!
–> Dalle 19 APERITIVO MULTIETNICO
–> Dalle 21 PROIEZIONE “Si, se puede!”
–> Dalle 22.30 REGGAE MUSIC a sostegno delle 40 famiglie!
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- 20 Novembre
Altra giornata di divertimento ed autofinanziamento!
https://www.facebook.com/spNeruda/videos/201006326902094/?theater
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- 22 Novembre
E’ una domenica, giorno in cui abbiamo deciso di far partire un’assemblea aperta a tutti coloro che hanno il problema della casa. Si parla di solidarietà, cooperazione, lotta e fratellanza! I numeri sono alti e lo diventeranno ancora di più!
Per fare in modo di allargare la nostra grande famiglia e poter aiutare tutti quelli che hanno bisogno di una mano per far valere il proprio diritto alla casa abbiamo istituito anche due giorni fissi alla settimana in cui andare a volantinare e parlare con la gente.
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- 23 Novembre
Altro giorno di collaborazione con i nostri vicini: si ripulisce corso Ciriè dalle foglie secche che il Comune sta lasciando lì a marcire!
http://www.torinotoday.it/cronaca/video-m5s-spazio-neruda-foglie.html
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- 25 Novembre
Esce il primo numero della nostra rivista aperiodica “SenzaCasaNonSOStare”!
https://issuu.com/lefamigliedellospaziopopolareneruda/docs/fanzaneruda/1?e=0
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- 28 Novembre
Prima assemblea aperta al quartiere. Volevamo ricambiare tutta la generosità ricevuta dai nostri vicini aprendo le porte della nostra nuova casa a qualunque abitante o comitato di quartiere che avesse bisogno di uno spazio o che avesse proposte e progetti da realizzare.
Alcuni giovani del quartiere, principalmente universitari, ci hanno presentato altri due bellissimi progetti che sono già partiti: uno è la creazione di un ORTO SINERGICO, per cui stiamo raccogliendo materiali di recupero per costruirlo, l’altro è la LUDOTECA POPOLARE con doposcuola e ripetizioni gratuite.
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- 29 Novembre
Continuano le assemblee della domenica e sempre più persone, una volta rotto il ghiaccio esprimono i loro bisogni e la voglia di intraprendere un percorso collettivo! Si continuano anche ad organizzare i muri popolari!
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- 3 Dicembre
Dopo l’ennesimo muro popolare andato a buon fine, abbiamo deciso di produrre un foglietto delle istruzioni per resistere ad uno sfratto: come creare un muro popolare!
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- 8 Dicembre
Sta per arrivare il Natale e anche noi ci siamo attrezzati! I ragazzi del Progetto Orto Sinergico ci regalano una bellissima scritta…di muschio!
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- 9 Dicembre
Qui abbiamo fatto un muro popolare per Douhadi a la sua famiglia composta da 4 figli e la moglie incinta all’ottavo mese..per noi sarebbe stato impensabile metterli in mezzo ad una strada! Non è stata dello stesso avviso la cooperativa proprietaria dell’alloggio: ha obbligato, con l’aiuto delle forze dell’ordine, l’ufficiale giudiziario a dare lo sfratto a sorpresa (art. 610).
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- 11 Dicembre
Se a Torino vengono eseguiti 4600 sfratti all’anno vuol dire che al giorno ne vengono eseguiti circa 13. Purtoppo noi non riusciamo a metterci in contatto con tutti coloro che vivono quest’incubo… Fortunatamente però quacuno loriusciamo ad aiutare, come la nostra Juliet con i figli Choice e Crystabel!
Nel pomeriggio invece ci divertiamo alla ludoteca popolare con questa bellissuma iniziativa promossa da una bravissima scrittrice!
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- 13 Dicembre
Con grandissima sorpresa abbiamo coperto di avere un gruppo di “supporter” che con la loro iniziativa ci hanno scaldato il cuore: il Komitato Giovani La Loggia, un comitato formato da giovanissimi studenti di La Loggia ha messo su un mercatino benefit per la nostra occupazione.
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- 17 Novembre
Vittoria!
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- 19 e 20 Dicembre
Come avevamo detto con il nostro Mercatino di Natale tutto ciò che abbiamo guadagnato lo avremmo utilizzato per installare le cucine e l’acqua calda che purtroppo non abbiamo ancora. Oggi abbiamo infatti comprato la rubinetteria!
Se non riuscite a venire potetecomunque sostenerci qui!
Campagna per sostenere lo Spazio Popolare Neruda
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Concludendo…
OGNI DOMENICA alle ORE 18 si tiene la nostra riunione e se hai problemi con la casa o vuoi far parte di una piccola comunità in lotta, CORSO CIRIE’ 7 è il posto giusto per te!
Se volete sapere ancora qualcosa su di noi:
Presentazione del libro CASA CASINA, merenda e laboratorio per bambini!
Venerdì 11 dicembre alle 16.30 siete invitati tutti e tutte allo Spazio Popolare Neruda per un pomeriggio dedicato ai bambini!
Merenda, presentazione del libro CASA CASINA di Manuela Mapelli e laboratorio creativo!
Vi aspettiamo in Corso Ciriè 7 per un pomeriggio divertente ed educativo per i bimbi!
Sosteniamo il Neruda! Campagna donazioni riscaldamento e bagni!
Come evidenziato dal titolo, questa è una richiesta di aiuto.
Il 31 ottobre scorso, in quaranta nuclei familiari, abbiamo occupato l’ex istituto Casale non più utilizzato da anni. Molti di noi hanno subito uno sfratto o un pignoramento, altri una casa non ce l’avevano più da un po’ di tempo ed erano ospitati da amici o giravano per dormitori o peggio dormivano in mezzo alla strada.
Oggi che finalmente abbiamo nuovamente un tetto sopra la testa dobbiamo cercare di renderla più vivibile, e per farlo abbiamo bisogno del vostro sostegno.
Sostenerci oggi vuol dire stare dalla parte del diritto fondamentale di avere un tetto sopra la testa, per riconquistare una vita dignitosa e un futuro per i nostri figli.
In molti hanno già contribuito a migliorare la nostra situazione partendo dalle donazioni di generi di prima necessità, come quelli alimentari, fino ai letti e i giochi per i bambini. Per questo non smetteremo mai di ringraziarvi e speriamo di poter ricambiare con i nostri mezzi, cercando di essere utili per il nostro nuovo quartiere attraverso piccoli progetti a costo zero come ad esempio la ludoteca popolare con il doposcuola.
La nostra nuova casa, l’ex istituto Casale, era un edificio scolastico destinato allo svolgimento di lezioni, di conseguenza mancano alcune delle strutture fondamentali per la vita quotidiana (per esempio cucine, acqua calda, docce, ecc.).
Come famiglie stiamo cercando di mettere ognuna il proprio contributo economico per affrontare i costi dei lavori sopra citati, ma purtroppo le nostre situazioni finanziarie non ci permettono di coprirne la totalità.
Per questo abbiamo bisogno di un aiuto, ci sono mille modi, tutti egualmente importanti di dimostrare sensibilità e sostegno concreto. Uno di questi è contribuire all’acquisto dei materiali occorrenti.
Anche chi non può partecipare fisicamente e direttamente alle iniziative di solidarietà può farlo donando il suo contributo economico.
Abbiamo quindi pensato di attivare un conto corrente postale apposito (poste pay evolution) che vi permette di donare presso qualsiasi sportello postale, tabaccheria o online tramite la vostra carta di credito:
Numero carta: 5333171018955902
Codice fiscale: LVLDNT88L07F280I
Oppure tramite bonifico bancario:
IBAN: IT36S0760105138274300974304
Intestato a: Donato Laviola
Per una totale trasparenza alleghiamo all’appello un primo preventivo del costo dei materiali necessari.