Solidarietà alle famiglie di Via Collegno 37! La dignità non si sgombera!

Dopo lo sgombero di due giorni fa dell’ ExTelecom a Bologna, ora tocca a Torino. Questa mattinata ha visto come protagoniste dell’ennesimo sopruso delle forze dell’ordine, le 14 famiglie senza casa che la scorsa settimana si sono riappropriate di uno spazio abbandonato in via Collegno 37.

Come a Bologna, anche a Torino si è visto per l’ennesima volta che, per amministrazioni e istituzioni, le priorità siano salvarsi la poltrona e riempirsi le tasche sulla testa di chi tutti i giorni lotta per arrivare alla fine del mese, demandando la gestione di un problema sociale a questura e magistratura.

Così come era già capitato alle famiglie dello Spazio Popolare Neruda,sgomberate a luglio il Comune tira fuori dal cappello finte soluzioni abitative, come quella di una provvisoria sistemazione in una palestra.
Proposta che le famiglie di via Collegno hanno caldamente rinviato al mittente e a cui hanno risposto nel pomeriggio con l’occupazione della circoscrizione 3 della città. Nessuna risposta è stata data dai funzionari del Comune, e le persone presenti sono determinate a resistere fino a che non si troveranno delle alternative concrete alla situazione.

Davanti ad uno stato che ripetutamente ci sbatte le porte in faccia, davanti ad amministrazioni cieche di fronte al problema dell’emergenza abitativa, davanti a istituzioni che, a braccetto con palazzinari,banche e privati, continuano a calpestare la dignità delle persone, non si può fare altro che continuare a lottare a testa alta.

Come sportello Prendocasa ed ex occupanti delloSpazio Popolare Neruda esprimamo quindi tutta la nostra solidarietà alle famiglie di Via Collegno 37!

La dignità non si sgombera!

#stopsfratti #stopsgomberi

Solidarietà agli occupanti dell’ex Telecom. Se non rispettate i nostri diritti, occupare diventa un dovere!

Verso le 7 di questa mattina ingenti forze di polizia hanno circondato l’Ex Telecom di via Fioravanti a Bologna per procedere alle operazioni di sgombero della struttura occupata il 4 dicembre 2014 e che dà casa a centinaia e centinaia di persone che non riescono più a permettersi di pagare l’affitto a causa della crisi.

Lo sgombero è terminato alle 18, dopo 11 ore di resistenza sul tetto da parte degli occupanti. Durante tutta la giornata centinaia di solidali si sono concentrati attorno all’ex Telecom per manifestare la rabbia verso le forze dell’ordine che stavano buttando di nuovo in strada centinaia di persone, rendendosi complici di chi dovrebbe risolvere politicamente la questione dell’emergenza abitativa nel nostro paese ma che in realtà lo tratta come un problema di ordine pubblico.

Il presidio di solidali è stato caricato, delle persone sono rimaste ferite o si sono sentite male. Così è stato anche nei presidi in solidarietà di Roma e Alessandria.

Come Sportello Prendocasa di Torino, ex occupanti dello Spazio Popolare Neruda e da parte di tutte le famiglie che seguono il nostro percorso, esprimiamo la massima solidarietà alle famiglie sgomberate e ai solidali feriti. Esprimiamo anche la nostra rabbia verso questo sgombero, verso i politicanti incapaci di trovare soluzioni reali per un problema che da nord a sud sta mettendo in ginocchio migliaia di famiglie. Solo ieri la giunta comunale torinese si è rifiutata anche solo di confrontarsi con chi era in presidio sotto le loro finestre rivendicando il diritto di avere un tetto sopra la testa, a conferma che le istituzioni rimangono cieche e sorde in tutta la penisola ai problemi reali della gente.

Ricordiamo che come al solito i beneficiari di queste politiche abitative fallimentari sono le grandi agenzie immobiliari, gli speculatori, i palazzinari e le banche, che grazie al Piano Casa del governo Renzi, ricevono finanziamenti e sgravi fiscali, invece di darli alle famiglie in difficoltà.

Speriamo comunque che la resistenza e il coraggio degli occupanti dell’ex Telecom, la forza della solidarietà romana e alessandrina siano d’esempio a tutti coloro che lottano per il diritto all’abitare. Questa è la forza di cui i movimenti per la casa hanno bisogno oggi.

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Sportello Prendocasa Torino
Ex occupanti dello Spazio Popolare Neruda
Occupanti dell’ex Dazio di Pietra Alta
Sfrattati e sfrattate

La giunta comunale non incontra sfrattati ed ex occupanti. Vergogna!

10636855_395615173978664_6475766586267018699_o 11893907_395623367311178_1505846929439051876_oQuotidianamente lottiamo con tutti/tutte quelle persone a cui viene negato un diritto basilare: il diritto all’abitare e a poter condurre una vita dignitosa, senza affitti da strozzini, senza dover stare in case fatiscenti o con la paura di essere sbattuti in mezzo una strada qualora i problemi economici non permettano più di pagare un affitto.

Questo diritto nella città di Torino, con più di 4500 sfratti all’anno, viene violato costantemente.
Oggi eravamo in tanti, uomini, donne e bambini a bloccare il traffico sotto il Comune in Piazza Palazzo di Città, per denunciare lo stato di emergenzialità attuale a cui Fassino e la sua giunta non sanno dare risposta.

Eravamo in tanti ed eravamo uniti, perché non ci interessa risolvere il problema del singolo, quello a cui auspichiamo è una risoluzione strutturale del problema e che gli organi preposti si assumano le proprie responsabilità cominciando a requisire case sfitte e riassegnandole, facendo una moratoria degli sfratti e smettendola di lucrare sulla vita delle persone con illusori progetti di housing sociale. La politica cittadina sembra andare tutta in favore di speculatori immobiliari e palazzinari, invece che in direzione delle persone in difficoltà economica, continuano a svendere il patrimonio immobiliare di proprietà comunale a prezzi ridicoli invece che assegnarli a famiglie che hanno perso la casa e lasciano l’edilizia residenziale pubblica ormai abbandonata a se stessa: liste d’attesa infinite, requisiti d’accesso alle graduatorie sempre più complessi e assurdi (senza contare il nuovo calcolo ISEE, col quale siamo diventati tutti improvvisamente ricchi!), alloggi lasciati vuoti con la scusa della ristrutturazione, inchieste su ATC riguardo appalti truccati, ecc.12132662_395609973979184_2180057919316293944_o

A luglio avevamo occupato uno stabile in via Bardonecchia (il Neruda Occupato, sede dell’ex csea da tempo abbandonato nonostante l’ottimo stato della struttura) da cui dopo poco tempo siamo stati sgomberati, senza comunque dare un’alternativa a chi quel posto se l’era ripreso dandogli nuova vita con spazi destinati ad abitazione e luoghi destinati ad attività per il quartiere..

Sarebbe troppo scomodo per le istituzioni ammettere la loro incapacità nell’affrontare politicamente questa situazione e che la pratica dell’occupazione e dell’autorganizzazione sia l’unico modo (a causa di questa incapacità) per alcune famiglie di vivere una vita dignitosa, infatti nessuno ha voluto incontrarci e mettersi faccia a faccia con la realtà.

Ma noi siamo andati via promettendo ai politicanti riuniti in consiglio che avrebbero sentito ancora parlare di noi, continueremo a lottare uniti per il diritto di avere un tetto sopra la testa. E se non ce lo garantiscono, ce lo riprenderemo!

#16O Usurai a Torino: banca Intesa San Paolo sanzionata

Sabato 10 ottobre è iniziata la settimana di mobilitazione nazionale della Rete Abitare nella Crisi contro il Piano casa e l’infame articolo 5 che si concluderà oggi, venerdì 16, con la manifestazione a palazzo Chigi.
In questa settimana sono state tante le iniziative che hanno visto protagoniste le diverse realtà di movimento di lotta per la casa su territorio nazionale. Cortei, presidi, fiaccolate da Nord a Sud per gridare ancora una volta la ferma contrarietà al piano casa, agli sfratti e agli sgomberi, ai tagli alla sanità pubblica, alla svendita del patrimonio pubblico, all’estrema situazione di precarietà in cui da troppo tempo ci costringono a vivere.
Anche la città di Torino si inserisce in questa settimana di mobilitazione mettendo in campo iniziative di lotta proprio in questa direzione.
L’11 ottobre le famiglie sgomberate l’estate passata da via Bardonecchia 151, dopo l’occupazione dello sportello dell’emergenza abitativa in seguito allo sgombero, si sono riunite e date appuntamento per un’iniziativa di comunicazione al Gran Balon, mercato all’interno di uno dei quartieri più popolari della città , per affrontare ed allargare il tema del diritto alla casa alla popolazione tutta e dare voce alla parte di questa che ad oggi vive in solitudine il disagio abitativo.
Anche oggi la nostra città è stata teatro di due iniziative per il diritto all’abitare.
Intorno alle 12 le stesse famiglie dello Spazio Popolare Neruda, insieme ad altre persone che in questi mesi si sono unite al percorso di lotta per la casa, si sono date appuntamento per andare ad occupare simbolicamente una delle sedi di Intesa San Paolo. L’obiettivo di questa iniziativa è stato quello di sottolineare come le banche,a braccetto con le istituzioni, siano responsabili di questa situazione di emergenza abitativa. Ci troviamo infatti di fronte ad un’amministrazione cittadina che piuttosto di dare risposte concrete alle famiglie sfrattate preferisce dare spazio a progetti di pura speculazione di banche e immobiliari.
Istituzioni locali che, con l’aiuto dei privati(agenzie immobiliari, fondazioni bancarie e chi più ne ha più ne metta), privilegiano come al solito l’interesse dei pochi a sfavore delle migliaia di persone che ogni giorno si vedono costrette a lasciare la propria casa per poi avere una misera elemosina dagli stessi12107252_395012937372221_826137359763574070_n che magari il giorno prima gli hanno pignorato la casa.
Molte volte ci siamo trovati a parlare con queste istituzioni, ma le uniche risposte sono state i miseri tentativi da parte di comune e questura di fermare la solidarietà e la collettività che si è creata intorno a questa situazione (per esempio con l’inserimento dell’art. 610) o altrettante misere e aleatorie soluzioni.

C’è però chi ha deciso che tutto questo non va più bene, che a fronte di migliaia di alloggi vuoti come le promesse del comune, bisogna alzare la testa. Ed è in questa direzione che oggi 50 persone hanno deciso di riappropiarsi di uno di questi immobili in via Giacinto Collegno 37.
La riappropriazione di case e palazzine vuote diventerà sempre di più una pratica necessaria per risolvere un problema così ampio su scala nazionale, e a fronte di cui le istituzioni sono in grado solo di fare orecchie da mercante.
Invitiamo tutti e tutte a partecipare lunedì 19 ottobre al presidio che ci sarà sotto il Comune di Torino (Piazza Palazzo di Città) per ribadire una volta in più che la casa è un diritto di tutte e tutti.

Qui il volantino distribuito durante l’iniziativa:

INTESA SAN PAOLO: USURAI A TORINO

Oggi 16 ottobre manifestiamo contro una delle sedi di Intesa San Paolo in quanto la riteniamo, così come l’omonima fondazione, una dei responsabili di questa situazione di emergenza abitativa in cui si trova la città di Torino da ormai troppo tempo.

Dove non arriva il Comune ci sono i privati, le grandi agenzie immobiliari, i palazzinari e le banche, a peggiorare la situazione.

Un esempio è l’ “Ufficio Pio” della Compagnia di San Paolo che, insieme ai servizi sociali e le istituzioni, attraverso opere di finta carità, dà delle finte soluzioni costruendo progetti ad hoc per famiglie e persone a cui magari è stata pignorata la casa proprio dalla stessa banca.
Non dimentichiamo che Sergio Chiamparino, sindaco di Torino dal 2001 al 2011, che ha causato un buco di bilancio di 6mln di euro per le olimpiadi, è responsabile di tutte le misere politiche sulla casa continuate da Fassino. Per rendere chiari questi “magna magna” sottolineiamo come l’ex sindaco è diventato presidente proprio di quella Compagnia di San Paolo (dal 2012 al 2014), sostenendo finti progetti, come il grattacielo di corso Inghilterra, utili solo ad ingrassare le tasche di manager, politicanti e “archistar”.

Le banche sono le principali complici della crisi che stiamo pagando da anni e in molte occasioni sono state salvate da fondi pubblici che dovevano essere destinati a tutti coloro che ora si trovano ad annaspare facendo fatica ad arrivare alla fine del mese.

È ora che le banche, e le istituzioni con loro, si prendano le proprie responsabilità rispetto a questa situazione e si impegnino una volta per tutte a fare la loro parte nella risoluzione dei problemi abitativi della nostra città.
Questa non è utopia. Grazie anche ad un intenso periodo di lotte, i cittadini spagnoli dell’Andalusia sono riusciti ad ottenere la requisizione degli alloggi sfitti di proprietà delle banche da dare in affitto calmierato (in alcuni casi canone di soli 15 euro al mese) alle famiglie sfrattate.

Quindi quello che vogliamo è la requisizione del patrimonio immobiliare della b12118968_395013284038853_4484172090946639713_nanca per assegnarli alle famiglie senza una casa, mutui ad interessi zero p
erchè è ora di dire basta alla speculazione. Ma soprattutto vogliamo lo stop ai pignoramenti

Inoltre invitiamo tutti e tutte a partecipare lunedì 19 ottobre alle ore 17.30 in Piazza palazzo di città per un presidio sotto il comune per andare a puntare il dito contro gli altri responsabili di questa emergenza. Vogliamo la moratoria degli sfratti e sgomberi, la requisizione e la riassegnazione delle case sfitte, più case popolari e meno svendite e speculazioni.

Centinaia di fiaccole in marcia ad Alessandria per il diritto all’abitare

alessandria_fiaccolataSabato sera il Movimento per la Casa ha attraversato le strade di Alessandria con fiaccole e striscioni per riportare il tema dell’emergenza abitativa al centro dell’attenzione cittadina e per ribadire, ancora una volta, che la casa è un diritto che deve essere garantito a tutti. Più di trecento persone si sono date appuntamento al Cristo, sotto l’occupazione abitativa di Corso Acqui 289, per poi raggiungere insieme Piazza Santo Stefano. Gli alloggi di Corso Acqui, che Rita Rossa (proprietaria dello stabile in quanto presidente della Provincia) vorrebbe vedere sgomberati in nome di una legalità cieca e disumana, rappresentano oggi una soluzione reale per 12 famiglie che altrimenti sarebbero sotto sfratto o in mezzo ad una strada. A poche centinaia di metri di distanza un altro stabile abbandonato da anni, questa volta di proprietà del demanio militare, ha ridato dignità e riparo ad altre 17 famiglie che, dopo averlo ristrutturato e messo a posto, ne hanno fatto le loro case. Tra le due occupazioni il Villaggio Profughi, uno dei luoghi simbolo della malagestione del patrimonio pubblico, in cui decine di alloggi dimenticati e lasciati vuoti dall’ATC sono stati occupati da chi, stanco di attendere i tempi eterni delle assegnazioni e delle graduatorie, ha deciso di riprendersi da solo una casa in cui vivere.

La scelta di indire il concentramento della fiaccolata al Cristo ha voluto rappresentare una risposta chiara e diretta alle politiche abitative messe in campo dal governo Renzi e dal PD, che con l’approvazione del Piano Casa e dell’Articolo 5 hanno pensato di poter fermare le migliaia di occupazioni abitative che ogni giorno nascono nelle città italiane. Se Renzi pensava che una legge scritta su un pezzo di carta avrebbe fermato il bisogno e la dignità di chi non ha una casa in cui vivere, beh, la quotidianità del mondo reale dimostra che l’obiettivo non è stato raggiunto e che le occupazioni abitative rimangono oggi l’unica risposta concreta ad un dramma che ogni anno coinvolge sempre più persone e a cui le istituzioni non sanno dare risposte.

Sullo striscione di apertura del corteo la scritta “Prima i poveri” – scelta in risposta allo slogan del “Prima gli italiani” con cui partiti come la Lega Nord spingono razzismo e guerra tra poveri – ha voluto mettere in primo piano la dignità di chi, per colpa della crisi e del malgoverno, ha perso il lavoro e non riesce più a sostenere i prezzi degli affitti e delle bollette. Nessuna vergogna, ma solo desiderio di riscatto per chi è povero e sceglie di uscire dalla solitudine e dall’invisibilità per iniziare a camminare a testa alta insieme a tanti altri per riconquistare i propri diritti. Insieme alle donne e agli uomini del Movimento per la Casa erano in piazza anche delegazioni delle famiglie occupanti e sotto sfratto di Asti e Torino e del Presidio Permanente di Castelnuovo che hanno voluto portare la loro solidarietà e che venerdì prossimo, insieme al Movimento alessandrino e a tutte le altre realtà italiane che da anni portano avanti nei propri territori percorsi sul diritto all’abitare, saranno a Roma sotto Palazzo Chigi per chiedere un volta per tutte la cancellazione dell’articolo 5.

La fiaccolata di sabato era aperta dai bambini e dalle bambine delle occupazioni, che hanno voluto contribuire alla costruzione dell’iniziativa con disegni e cartelloni preparati insieme alle loro mamme nei giorni scorsi; sono loro i veri protagonisti della battaglia che i loro genitori hanno intrapreso per ottenere una casa, perché tutti i bambini hanno diritto di essere felici e un tetto sopra la testa è la condizione necessaria perché questo possa avvenire. Ancora una volta, nonostante le tante parole gonfie di legalità e ordine di cui gli adulti che governano si riempiono la bocca, gli sguardi e i sorrisi di quei bambini non lasciano dubbi su quale sia la parte giusta da cui stare.

Ogni sfratto sarà una barricata, ogni struttura vuota una nuova occupazione!

Casa, diritti, dignità!

Movimento per la Casa Alessandria

Sportello per il diritto all’abitare tutti i martedì dalle ore 18 alle ore 21,30 presso il Laboratorio Sociale di via Piave 65

Le foto della fiaccolata

Torino: assemblea pubblica al Gran Balon

Porta palazzo è uno dei quartiere multietnici della nostra città. Il simbolo di Porta Palazzo è il mercato, il mercato di Porta Palazzo, un’identità per il quartiere dove tanti, fra italiani e migranti, vivono e lavorano in questo spazio urbano. Nel corso degli anni però questa zona urbana ha visto tutta una serie di cambiamenti e riqualificazioni, partendo dal Quadrilatero Romano, zona adiacente a Porta Palazzo, dove nuove attività commerciali, soprattutto locali, si sono insediati fin dagli anni Novanta creando una vera e propria barriera nei confronti di tutta quella fascia di popolazione che non poteva permettersi affitti aumentati per colpa della riqualificazione/gentrificazione, costretti ad abbandonare la loro zona per trasferirsi in altri quartieri della città.

Il quartiere di Porta Palazzo vive una serie di contraddizioni, una sulla quale ci preme prendere parola è quella delle abitazioni.
A Porta Palazzo troviamo appartamenti di lusso o in costruzione che incentivano investimenti di privati mentre chi vive nel quartiere da anni si ritrova a vivere in alloggi i cui proprietari speculano sulla pelle della povera gente, proponendo soffitte o piccoli alloggi a prezzi esorbitanti sull’affitto, personaggi spregevoli come Giorgio Molino conosciuto con il soprannome di «ras delle soffitte» e proprietario sotto la Mole di circa 1200 alloggi, la maggior parte dei quali affittati a migranti. Seppur coinvolto in vicende giudiziarie legate alle condizioni fatiscenti degli alloggi in affitto ai migranti, sui quali guadagnava circa 600mila euro al mese, il Comune e la Prefettura ancora oggi gli appaltano la fornitura per ” l’accompagnamento sociale” delle famiglie rom sgomberate dal campo di Lungostura Lazio e sempre a lui erano andati i soldi che la Prefettura stanziò nel 2011 per circa duecento profughi arrivati da Lampedusa.

Una piccola ma significante “Mafia Capitale” sotto la Mole.

Mentre le istituzioni locali continuano a legittimare personaggi del calibro di Giorgio Molino e/o favorendo gruppi immobiliari e grandi costruttori, nuclei familiari sfrattati che occupano stabili pubblici abbandonati entrano nel mirino di quelle stesse istituzioni che invece garantiscono e legittimano speculatori e affaristi.

Questa domenica le famiglie sgomberate il 7 luglio scorso dall’ex CSEA di via Bardonecchia si troveranno proprio a Porta Palazzo per un’ assemblea pubblica il cui tema sarà il diritto alla casa. L’intento è di cercare di dare voce a tutte quelle persone che oggi vivono in solitudine il disagio abitativo. Insieme vogliamo provare ad infrangere questo silenzio assordante in cui sembra che a Torino il disagio abitativo non esista, vogliamo smentire la propaganda politica delle istituzioni che narra di soluzioni abitative per famiglie in difficoltà, senza però accennare minimamente a quali soluzioni si fa riferimento, Di solito queste “soluzioni” proposte dalle istituzioni sono tampone, temporanee, in alcuni casi che smembrano il nucleo familiare, le stesse che sono state proposte alle famiglie sgomberate da via Bardonecchia e che oggi si ritrovano senza casa o vivono in alloggi di fortuna.

Quando diciamo istituzioni intendiamo tutti quei luoghi decisionali e di governance del territorio, responsabili della crisi sociale in città: dal Comune a guida PD, alla Prefettura, dai servizi sociali fino ad ATC. Quest’ultimo gestisce un immenso patrimonio pubblico di cui la metà non viene assegnato, il restante viene assegnato a singhiozzo senza riuscire, fra l’altro, a soddisfare le innumerevoli richieste di casa popolare. Di questo e di molto altro vorremo discutere domenica nell’assemblea nella quale saranno presenti famiglie e singoli. La giornata inizierà alle 13 con volantinaggi e consulenza gratuita tramite sportello casa, alle 16 continuerà con un primo momento di socialità e merenda per i più piccoli e a seguire inizierà l’assemblea pubblica. Invitiamo tutte e tutti a partecipare a questo momento di confronto per provare a costruire insieme una vertenza sulla casa in città, per non essere più costretti a vivere in alloggi di fortuna o in macchina.

E’ necessario organizzarsi per ottenere dei risultati: un reale blocco degli sfratti,l’utilizzo del patrimonio immobiliare sfitto.

Partecipa e organizziamoci! Uniti si vince!

Via la Tasi: togliere ai poveri per dare ai ricchi

tasiTogliere ai poveri per dare ai ricchi. Sembra essere proprio questa la razionalità ispiratrice del governo Renzi.

Nella prossima legge di stabilità (a breve in parlamento) verrà abolita la Tasi (tassa sui servizi indivisibili che grava sulle abitazioni). Questa è una buona notizia per molti italiani gravati dai costi sociali della crisi. Tuttavia, anche in questo caso, il PD renziano non poteva non privilegiare le classi sociali alte. L’eliminazione della Tasi riguarderà infatti anche ville, abitazioni signorili, castelli e dimore storiche (sono 45mila in Italia), sarà sufficiente che risultino essere la prima casa del loro ricco possessore. Per capirci, secondo stime Uil il proprietario di un appartamento, di categoria A8 (ville di pregio), collocato ad esempio a Roma, sull’Appia Antica o all’Eur, di 297 metri quadrati potrebbe risparmiare fino a 5.238 euro l’anno.

Tanti, quindi, risparmieranno sulla Tasi, i ricchi in particolare fino a diverse migliaia di Euro. Il problema è che saranno, di fatto, i ceti sociali più bassi a pagare i costi di questa manovra! Infatti se il governo con una mano da, con l’altra toglie. Da tempo il PD ha ingaggiato una lotta senza quartiere contro i poveri ( per esempio: qui e qui), in particolare nell’ultimo periodo stanno avendo risalto i cambiamenti riguardanti l’ISEE. Il nuovo ISEE fa risultare tutti più ricchi, in questo modo il numero di coloro che usufruiscono di servizi e prestazioni legati alla situazione economica potrebbe ridursi del 20%. Molte persone saranno escluse o dovranno pagare servizi sanitari, assistenziali o legati al diritto allo studio, di fatto un risparmio proprio sulle possibilità di vita dei ceti più poveri.

da infoaut

Torino: iniziativa delle famiglie sotto sfratto al Gran Balon

DOMENICA 11 OTTOBRE DALLE ORE 13 in P.zza della REPUBBLICA angolo VIA PRIOCCAcon lo SPORTELLO PRENDOCASA TORINO, insieme agli ex occupanti dello Spazio popolare Neruda – PozzoStrada e agli sfrattati…

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…CI VEDIAMO AL GRAN BALON!

Continua il percorso di riappropriazione del diritto alla casa delle famiglie sgomberate da via Bardonecchia 151. Dopo l’occupazione dello sportello dell’emergenza abitativa, gli ex occupanti dello Spazio popolare Neruda rilanciano con un’iniziativa di comunicazione verso tutti coloro che hanno un problema legato all’abitare. Saremo insieme al GRAN BALON per ascoltare i problemi di tutti coloro hanno voglia che i propri diritti vengano rispettati!

PROGRAMMA:
-SPORTELLO CASA: Hai lo sfratto? L’ATC ti sta spennando? Tutto il giorno lo sportello Prendocasa Torino donerà consulenza gratuita per tutti e tutte!
-AREA BIMBI e MERENDA (ORE 16) a cura delle mamme dell’ ex Neruda!
-ASSEMBLEA APERTA A TUTTI (ORE 17)

La casa è un diritto, se ce la tolgono cela riprenderemo!

Verso la fiaccolata del 10 Ottobre, continuano i blocchi degli sfratti ad Alessandria

alessandria_resifrattiÈ ricominciato l’autunno e con la caduta delle prime foglie tornano ad aumentare le letterine verdi che comunicano a centinaia di famiglie le procedure di sfratto avviate nei loro confronti.

Alessandria è in cima alle classifiche nel rapporto fra numero di abitanti e sfratti esecutivi avviati ed ogni anno i dati sono in crescita; se la crisi, la perdita del lavoro e l’aumento degli affitti hanno gettato migliaia di famiglie nella povertà, la responsabilità reale del problema non può che essere individuata nelle scelte del Governo Renzi e di chi amministra il Comune e l’ATC.

Il continuo aumento di iscrizioni alle graduatorie per case popolari e le richieste di intervento per venire a capo dell’emergenza abitativa sembrano essere inversamente proporzionali alla volontà della giunta Rossa di affrontare il problema e ormai il silenzio dei palazzi è interrotto solo da brevi sfuriate in cui si inneggia alla legalità e si condannano le famiglie che, di fronte alla mancanza di risposte, hanno scelto di trovare soluzioni dal basso e autonomamente.

Quel che è peggio è che alle sfuriate si accompagnano sempre più spesso gli unici fatti concreti messi in campo dall’alto, primo fra tutti il tentativo di sgomberare le tante case di proprietà dell’ATC occupate: a partire dall’inizio di quest’anno sono molte le famiglie occupanti per necessità che si sono rivolte allo sportello del Movimento per la Casa con l’obiettivo di costruire rete e impedire agli ufficiali giudiziari di commettere l’ennesima ingiustizia effettuando gli sgomberi.

Intanto i tentativi di sfratto di famiglie che non riescono a pagare gli affitti esorbitanti imposti negli alloggi privati sono ormai diventati una quotidianità.

Nel corso dell’ultima settimana le donne e gli uomini del Movimento per la Casa sono intervenuti due volte per evitare che altre famiglie finissero in mezzo a una strada. Lo sfratto previsto questa mattina in Via Tiziano, dove vivono Dino con sua moglie e la loro bambina di appena 9 mesi, è stato rimandato al 19 Novembre, mentre lunedì scorso un altro sfratto ha avuto una proroga al 7 Luglio.

Di fronte alla scelta di affrontare il tema dell’emergenza abitativa con sgomberi e sfratti vince la determinazione di chi decide di creare solidarietà e rete con chi vive la stessa situazione, di chi rivendica la propria esistenza difendendo la propria casa, una casa in cui vive da anni e che altrimenti sarebbe rimasta vuota.

L’unica strada possibile per rispondere alla violenza di chi governa questa città è una strada collettiva, fatta di relazioni, dignità, condivisione e resistenza; è la strada che percorreranno insieme sabato 10 ottobre tutti gli uomini, le donne e i bambini di Alessandria determinati a difendere le proprie case e stanchi di aspettare le sempre più improbabili soluzioni promesse dall’alto dei palazzi.

La fiaccolata si svolgerà sabato 10 Ottobre, con ritrovo ore 20.30 presso le palazzine occupate di Corso Acqui 289 (piazzale LIDL, quartiere Cristo).

Movimento per la Casa

www.alessandriainmovimento.info
www.abitarenellacrisi.org

Sportello per il diritto all’abitare tutti i martedì dalle 18 alle 21,30 presso il Laboratorio Sociale di via Piave 63

Siamo diventati ricchi e non lo sapevamo

Lente_conti_630x390Siamo diventati tutti più ricchi…ma non lo sapevamo!!
Grazie al nuovo ISEE, milioni di persone in Italia tra studenti, famiglie con bambini che vanno all’asilo o hanno fatto richiesta di casa popolare (o tutte e due!), perderanno posti in graduatoria.
Se prima era difficile garantire un futuro a se stessi e ai propri figli, ora si rasenta l’impossibilità.

Come sempre a perderci in qualità della vita saranno coloro i quali già hanno difficoltà ad arrivare a fine mese in quanto verranno incluse nel calcolo dell’indicatore anche delle somme fiscalmente esenti come assegni familiari, borse di studio, assegni sociali, indennità di accompagnamento, pensioni di invalidità.

Quindi chi beneficia al momento di alcune prestazioni sociali, una volta conteggiato il valore reddituale di quelle stesse prestazioni, rischia poi di vedersene escluso. Come se se ne fosse arricchito. I redditi utili alla riproduzione sociale vengono assimilati a redditi da lavoro dipendente, pertanto come una fonte di accrescimento della ricchezza.

Gli studenti, soprattutto borsisti, si stanno già muovendo per protestare, non li possiamo certo lasciare soli!