5° Compleanno del Progetto Prendocasa-Pisa

VENERDI’ 7 E SABATO 8 DICEMBRE IL PROGETTO PRENDOCASA INVITATA TUTTI E TUTTE AD UNA DUE GIORNI DI RIAPPROPRIAZIONE DI SPAZI

Pisa – Da qualche parte in città
Programma:

Venerdi 7

ore 18 – Iniziativa: “casa, reddito e dignità: storie di occupazioni”. Interverranno il Progetto Prendocasa Pisa, le famiglie occupanti dell’hotel Sirio di Brescia e dell’ex usl occupata di Livorno.

ore 23 – Serata Musicale. Reggae Ressionefamily with: DJQG from Ghetto Army, Dr. Gonzo, Catanza, Bulugiu, Orange Street Ska, BimBoomBam dj original dj from Taranto (evento fb della serata)

Sabato 8

ore 18 – Iniziativa: “Nuova camera sociale del lavoro e del non lavoro”
A seguire cena sociale di autofinanziamento per l’autorecupero di Via dell’Occhio

ore 23 – Serata musicale. LALICE (elb experience) opening LELE PROX d&b (evento fb della serata)

Progetto Prendocasa: cinque anni di lotte per il diritto alla casa

Sono passati cinque anni dall’occupazione della prime case Inps in via di cartolarizzazione, riaperta da giovani studenti in via case dipinte, la prima occupazione che ha dato vita ad un progetto politico di riappropriazione di reddito tramite l’occupazione di case sfitte e numerosissimi picchetti anti-sfratto.

Questa rete sociale composta da studenti e disoccupati, famiglie migranti senza lavoro, ha occupato diversi appartamenti pubblici sfitti in città, riappropriandosi di quelle case sommerse dalla grossa speculazione economica che istituzioni e grandi imprenditori locali portano avanti da sempre.
Anche la difesa degli sfratti nella provincia e nei quartieri popolari, dove le ordinanze di sfratto da case popolari sono all’ordine del giorno, sta contribuendo alla nascita di comitati e di lotte per la vivibilità nei quartieri.

Con una crisi sempre più dirompente, crediamo sia fondamentale riuscire a generalizzare la lotta per il diritto alla casa ad una lotta per il reddito, sempre più negato dalle governance locali ed europee, ma che non possiamo assolutamente permetterci di farci scippare via.

A cinque anni dalla nascita del Progetto Prendocasa, invitiamo tutti e tutte a partecipare ad una due giorni di riappropriazione di spazi, da riempire con saperi antagonisti alle logiche di privatizzazione e di sfruttamento.

Progetto Prendocasa – Pisa

Comunicato di Solidarietà:La paura qui non è di casa

Questa mattina nuove misure cautelari sono state imposte ad alcuni compagni e compagne facenti parte del movimento NO TAV.

Le motivazioni come al solito rientrano nella sfera del ridicolo e dell’assurdo: si parla di resistenza, minacce, intimidazioni, ma la verità è che ormai i loro assurdi teoremi non hanno più seguito nè fondamento e la repressione è l’unico strumento possibile.

In un paese dove ormai si smantella quotidianamente qualsiasi diritto: dalla salute all’istruzione alla casa, l’esempio della resistenza e della lotta contro il TAV fa paura a chi pensa che bisogna chinare la testa e subire.

Le manifestazioni delle ultime settimane sono lo specchio di quanto ormai il subire in silenzio faccia parte di un passato remoto: non a caso i provvedimenti di questa mattina arrivano prontamente prima della manifestazione organizzata a Lione per lunedì prossimo, dove sono previste migliaia di persone che si stanno preparando a dare la calorosa accoglienza a Monti e Hollande.

Paura ormai è l’unica parola che si adatta perfettamente al loro agire: e pensare che dovrebbero ormai aver ben impresso uno dei tanti slogan che appartiene al movimento “la paura qui non è di casa”!

Come Collettivo Prendocasa-Torino esprimiamo tutta la nostra solidarietà alle compagne e ai compagni che questa mattina sono stati raggiunti da misure restrittive.

Si parte e si torna insieme

Ora e sempre NO TAV”

Un altro martedì di resistenza

Come ormai di consuetudine ogni terzo martedì del mese a Torino è giornata di sfratti.

Non fa eccezione il quartiere “barriera di milano”, dove oggi erano tre gli sfratti programmati, tutti molto vicini.

In via Feletto e in via Sesia un consistente numero di presidianti bloccava il traffico sin dalle prime ore del mattino, con cassonetti posti a barriera; in via Candia invece, dove si era già al sesto accesso, il presidio era praticamente in mezzo ai banchi del mercato.

Verso le 7:30 sono apparse le solite camionette e la digos, ma si sono limitati ad osservare da lontano.

Nel corso della mattinata alcune delle famiglie sotto sfratto insieme ad alcuni solidali, hanno occupato gli uffici dell’IVG (l’istituto che si occupa della vendita all’asta degli alloggi pignorati). Dopo circa una mezz’ora è intervenuta la celere che, con le ormai note modalità, ha buttato la gente in mezzo alla strada e provveduto alla “messa in sicurezza” degli uffici, non mancando di identificare alcuni presenti, successivamente rilasciati.

Nonostante nessuna conferma ufficiale sia arrivata alle famiglie, le voci circolanti erano che per tutte e tre fosse stata concessa un’ulteriore proroga a gennaio.

Durante la mattinata è stata anche sanzionata  con uova e vernice una filiale Unicredit di zona, proprietaria formale degli alloggi sotto sfratto.

Altri due sfratti previsti in zona San Paolo hanno entrambi ottenuti la proroga. Dopo lunghe ore di attesa l’ufficiale giudiziario, con pratica ormai consolidata, si è presentato con il foglio del rinvio già firmato.Una famiglia ha invece deciso di non resistere poichè si era autonomamente trovata una soluzione alternativa

Ancora un’altra grande giornata di resistenza riuscita quella di oggi, che continua a dare un segnale molto forte a chi vorrebbe che questa crisi rimanesse nascosta sotto gli sgargianti tappetini dei palazzi di potere.

La casa è un diritto e di sicuro ce lo riprendiamo!

Appello per un’assemblea cittadina

Ogni lunedì, a Torino, operai, maestre, docenti, autisti, operatori
sociali, genitori, studenti, disoccupati, comitati spontanei,
sindacati di base, cittadini indignati si radunano, a turno, sotto il
Comune di Torino.
Ogni lunedì, sempre a Torino, si svolge un consiglio comunale a porte
chiuse, spesso protetto dalle forze dell’ordine, sempre sordo alle
istanze e richieste che i cittadini torinesi portano in quella piazza
e nelle strade della città.

Ci avevano raccontato che questa crisi era passeggera, che il buon
governo l’avrebbe spazzata via ed ancora oggi i media provano a
raccontarci che Torino ha un buon governo.
Ma l’andare del tempo ed il susseguirsi di misure inique, di tagli
sconsiderati, di investimenti folli, hanno messo in ginocchio questa
città, le fasce più deboli della popolazione ed, oramai, mettono a
repentaglio la tenuta di ampi strati di popolazione.
Mentre la città veniva letteralmente (s)venduta da Chiamparino &Co.
alla banca S.Paolo, assieme ai quattrini si smantellava
progressivamente l’intero sistema di welfare che, grazie
all’impegno ed alle lotte di tanti, si era riuscito ad ottenere sul
territorio torinese.
Sussidi, assistenza socio-sanitaria, istruzione, edilizia popolare,
borse di studio, e tutto il comparto welfare, ovvero la possibilità
reale, pubblica, di sopportare le fatiche e il dramma di questa crisi,
vengono smantellati attraverso tagli e ridimensionamento della
cosiddetta spesa pubblica.
Tutto questo mentre scuole e ospedali cadono a pezzi, mentre si
prevedono oltre 100.000 disoccupati tra il 2012 ed il 2013, mentre
Torino diventa la capitale nazionale degli sfratti per morosità.

Ma di tutto questo, chi comanda Torino, pare non preoccuparsi.
Il sindaco Fassino continua imperterrito a tessere le lodi di questa
amministrazione, l’amministratore delegato Passoni continua sereno
ad operare tagli ai servizi senza la benché minima opposizione
politica, Chiamparino è oggi il tronfio presidente della Fondazione
S.Paolo che decide ed orienta le politiche di sviluppo cittadino e la
sua banca di riferimento continua a stabilire le politiche economiche
di Torino in barba ad ogni parvenza di democrazia.

C’è un’altra faccia della medaglia, però. La scorsa primavera con le
mille vertenze, lo scorso primo maggio con la cacciata del sindaco,
hanno dimostrato che esiste un’altra città, attraversata da
centinaia, migliaia di persone che hanno deciso di non abbassare la
testa e di non accettare passivamente il quotidiano saccheggio della
propria vita.

Esiste un’altra Torino che vede aldilà della disperazione, della
sofferenza e della disillusione; che si riconosce in quelle piazze che
da Madrid ad Atene, dalla Tunisia agli Stati Uniti, reclamano a gran
voce diritti e giustizia sociale per tutti e tutte; che sa di far
parte di quel 99% calpestato dall’ingordigia dell’1%; che vuole
riappropriarsi dei propri bi-sogni e del proprio futuro.

E’ a questa parte di città, a queste donne e uomini, che rivolgiamo
l’appello a partecipare ad un’assemblea cittadina per mettere in
relazione esperienze singole e collettive di resistenza all’austerity.
Un primo momento per confrontarsi in vista delle mobilitazioni europee
e nazionali, un’occasione per pensare una rete sociale metropolitana
contro la crisi.

GIOVEDI’ 8 NOVEMBRE 2012- ORE 21.00 @ Convitto Umberto I – Via Bligny 1, Torino

Con la verdi15 per il diritto all’abitare!

 Il collettivo Prendocasa Torino esprime la sua piena solidarietà alla verdi15 occupata appena sgomberata e a tutti e tutte coloro da oggi senza un tetto.

Dagli sfratti agli sgomberi la risposta che l’amministrazione cittadina continua a dare alle esigenze abitative della sua popolazione è sempre la stessa: polizia, cariche e denunce.

Ancora una volta un problema sociale vuole essere ridotto a mera questione di ordine pubblico.

Questa mattina (30/10), intorno alle 10.00, la polizia è entrata nella residenza occupata di Via Verdi 15. Gli studenti e le studentesse sono stati malmenati e fermati, mentre le forze dell’ordine provvedevano allo sgombero delle stanze.

La Residenza era stata occupata quasi un anno fa per dare una risposta a tutti quegli studenti e studentesse che, nonostante avessero diritto ad una stanza nei vari collegi universitari, si sono trovati “in mezzo ad una strada” a causa dei tagli all’EDISU voluti anche dal Presidente della Regione Cota.

Ancora una volta la risposta delle “istituzioni” non si è fatta attendere e, come succede ormai quotidianamente per gli sfratti, manganelli e cariche violente sono stata la risposta.

Anche quella degli occupanti e degli studenti non si è fatta attendere, e già dopo pochissimi minuti dall’irruzione alla Verdi da parte delle forze dell’ordine, la solidarietà è arrivata e la rabbia è cresciuta insieme alle persone, come dimostrano le numerose testimonianze.

Come Collettivo Prendocasa esprimiamo tutta la solidarietà ai feriti, ai fermati e ai resistenti, la lotta e la resistenza pagano e prima o poi ci riprenderemo tutto!

Cena Benefit Sportello Casa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Primo: Gnocchetti sardi alla crema di zucca e pancetta croccante/porri
(vegetariani)
Secondo: Goulash alla “Prendocasa”  Polpettine vegane
Contorno: verdure di stagione
Dolce: torta con crema di banane e cioccolato.

Milano: a San Siro la polizia carica il presidio antisfratto

altCariche della polizia quest’oggi a Milano contro il picchetto antisfratto che dalle prime ore del mattino si era radunato sotto un palazzo di via Preneste (zona San Siro) a difesa di una famiglia che occupava un appartamento dello stabile.

Circa una cinquantina di persone sono accorse sul posto a difesa dei tre occupanti (due genitori con un figlio), i quali, di fronte all’impossibilità di poter continuare a pagare un affitto, avevano optato per l’occupazione dell’appartamento.

Verso le 10.30 le forze dell’ordine schierate in via Preneste hanno tentato di far allontanare il picchetto per procedere allo sfratto; di fronte al rifiuto delle persone radunatesi in difesa della famiglia, gli agenti hanno inizialmente spintonato il presidio per poi passare alle cariche, causando almeno 4 feriti.

Quando le forze dell’ordine avevano già sfondato la porta d’ingresso e allontanato dall’appartamento il resto della famiglia, Maria, la madre di 57 anni, ha deciso di continuare a resistere arrampicandosi sul cornicione della casa ed è poi stata portata via a forza dalla polizia.

Anche a sgombero avvenuto, e nonostante le cariche, le persone accorse per il picchetto sono rimaste in via Preneste per poi muoversi in corteo per il quartiere, denunciando la situazione della città di Milano in cui la crisi sta continuando ad aggravare il problema dell’emergenza abitativa , che all’oggi vede 13mila famiglie a rischio sfratto in tutta la città.

da infoaut.org

Migliaia di persone in piazza per il Gabrio. Nuova occupazione in quartiere San Paolo!

Oggi pomeriggio un migliaio di persone  hanno attraversato il quartiere San Paolo di Torino in solidarietà alla campagna I love Gabrio promossa dall’omonimo centro sociale  sotto sgombero da parte del Comune di Torino utilizzando la presenza dell’amianto nello stabile (peraltro messo in sicurezza unicamente delle e dagli occupanti in questi anni a proprie spese) come pretesto.

Il corteo è partito da piazza Sabotino e da lì ha attraversato tutte le occupazioni presenti in quartiere,via muriagliovia frejuscasa bianca occupata ormai dal 2008 , il 34 occupato, tutte occupazioni a scopo abitaivo frutto del  coordinamento dello sportelo caza di zona san paolo che da diversi anni opera all’interno del centro sociale Gabrio. Tra gli spezzoni partecipanti al corteo anche delegazioni di occupanti da Alessandria ed Asti, le famiglie delle diverse occupazioni, gli occupanti della verdi 15  ed anche un nutrito spezzone delle palestre poplari presenti in città nei centri sociali Gabrio ed Askatasuna

A conclusione del corteo è stata occupata un enorme struttura comunale ceduta dal comune ad un fondo di investimento in cui compaiono  i nomi arcinoti di Tronchetti Porvera &co  che ovviamente sarà la prossima speculazione in quartiere con la demolizione completa della struttura per creare nuovi alloggi, un nuovo centro commerciale in cambio unicamente di un minima quota lasciata in edilizia convenzionata.

Questa occupazione, in cui in serata si terrà un concerto benefit per le spese legali degli arrestati del G8 genovese, vuole essere un primo passo di denuncia verso la gestione speculativa e di svendita delle proprie strutture da parte del comune e iniziare col quartiere stesso un percorso di riappriazione di quell’enorme spazio.

da infoaut

Nasce la black list dei morosi contro il diritto all’abitare

altPontedera, Pisa – La creazione di una “black list” dei morosi sarebbe la “strategia” efficace per dare, in tempo di crisi, un aiuto concreto al mercato degli affitti secondo Marco Fantozzi, ideatore del “Registro Nazionale Inquilini Inadempienti”. Si tratta di uno strumento di auto-tutela per i locatori al fine di non incorrere in problemi di riscossione dell’affitto concordato nel contratto di locazione. Il registro assumerà la forma di una community on-line dei proprietari nella quale, previa registrazione, potranno essere segnalati gli inquilini inadempienti che sono stati oggetto di causa legale e procedimento di sfratto. Consultando il registro dei “segnalati” un proprietario potrà verificare l’affidabilità del proprio affittuario.

Il portale nasce a Pontedera, non lontano da Pisa, una città in cui gli sfratti da case popolari e private sono all’ordine del giorno e l’amministrazione comunale adotta misure inadeguate per fronteggiare il problema abitativo, ricorrendo ogni volta sia possibile all’intervento del giudice. Il registro costituisce una tutela a esclusivo vantaggio dei proprietari di case, palazzinari e speculatori contro chiunque non arriva alla terza settimana del mese e viene sbattuto fuori di casa.

Ancora una volta la governance locale si ristruttura sul territorio abbandonandolo. Si produce il grottesco meccanismo in cui anche il disciplinamento sociale e la guerra al povero viene affidata all’autorganizzazione dei proprietari di casa, purchè si mantengano inalterati i rapporti sociali e i livelli di comando, lasciando così passare in secondo piano il diritto all’abitare e facendo prevalere al di sopra di tutto il diritto a riscuotere la mensilità dell’affitto. Si dà voce ai proprietari di case e non a chi in questi anni si sta vedendo scippare la possibilità di avere un tetto sicuro sopra la testa.

Con la crisi che avanza e con i tagli al welfare e le tasse che aumentano, ci saranno sempre più sfratti per morosità e quindi aumenteranno anche i nomi su questa fantomatica “black list” dei morosi.

É proprio in questo contesto di impoverimento che chi lotta per il diritto all’abitare deve aver ben presente con chi ha a che fare: le amministrazioni comunali fiancheggiate dai soliti noti imprenditori che tra cementificazioni e speculazioni edilizie stanno da una parte trasformando il territorio, e dall’altra lasciando intere palazzine e alloggi popolari vuoti da anni.

Nuove esperienze di occupazioni e autorecupero di abitazioni sfitte sembrerebbero la direzione giusta da intraprendere per confliggere e contrastare le politiche abitative nelle città.

“Il Registro Nazionale Inquilini Inadepienti”, più che una tutela per i proprietari di casa, è l’ennesima provocazione di chi sta giocando a fare la voce grossa con chi già vive una situazione insostenibile.
Si prospettano tempi duri per i grandi proprietari immobiliari che dovranno fare i conti proprio con la rabbia di chi viene escluso dalle graduatorie per la casa popolare e di chi perde il lavoro. Il bisogno di reclamare reddito e dignità si concretizza soltanto tramite la riappropriazione.

Fonte: infoaut.org