Contro le violenze della polizia e del governo Renzi. Solidarietà da Torino a Modena

modena11mag016Il progetto Prendocasa di Torino esprime piena solidarietà ai compagn*dello Sportello La Rage – spazio Guernica e alle famiglie che nella giornata di ieri sono state violentemente sgomberate.
Le fallimentari politiche abitative sono il risultato dell’amministrazione e gestione governativa del PD. Dal piano casa alla totale assenza di servizi per le famiglie, le politiche del governo Renzi producono un aumento del costo della vita e di conseguenza un crescente impoverimento sociale.
Mentre Renzi continua ad aiutare le banche, grandi imprenditori e lobby affaristiche, legittimando speculazioni e malaffare, l’impoverimento sociale nel nostro paese aumenta attraverso i continui processi di espropriazione che il PD continua ad effettuare sulle nostre vite. In parallelo a questo, ci sono però fasce sociali che si organizzano e che preferiscono abbracciare la lotta e il rifiuto delle politiche istituzionali, smascherando l’impianto politico estrattivo del PD.
Dalle resistenze agli sfratti alle occupazione, dalle lotte contro le grandi opere alle lotte studentesche, dalle lotte contro la privatizzazione dei servizi pubblici alle lotte contro il potere delle banche, dobbiamo provare a costruire un opposizione sociale al governo Renzi.
Non saranno i manganelli a fermarci e sarà la nostra determinazione e voglia di cambiamento a spingerci in avanti per una vita migliore. Ad ogni sgombero una nuova occupazione!

Per un 1° Maggio di lotta per la propria dignità, ci vediamo in piazza!

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Torino è ancora capitale degli sfratti. E’ dal 2008, anno in cui si registra l’inizio della crisi in Italia, che l’emergenza abitativa continua a crescere senza accennare ad una diminuzione nella nostra città e su tutto il territorio nazionale.

La perdita di reddito, collegata alla disoccupazione e alle spese gravose che ci troviamo ogni giorno ad affrontare (tasse, bollette, spese scolastiche), sono sicuramente i fattori principali per cui una famiglia o una persona non riescono più a pagare l’affitto o il mutuo.
L’insufficienza ed inadeguatezza delle politiche abitative e sociali nel nostro paese, e soprattutto nella nostra città, vanno ricercate nella responsabilità delle amministrazioni cittadine e nelle precise scelte del governo. E’ chiaro che con il Piano Casa, varato dall’ex ministro Lupi e da Matteo Renzi, e il nuovo decreto-legge che agevola il pignoramento degli immobili da parte degli istituti bancari, le istituzioni non hanno intenzione di estirpare il problema alla radice (da ricercarsi cioè in una povertà che abbraccia strati sempre più ampi della popolazione), ma preferiscono piuttosto garantirsi la benevolenza (e il voto) di chi possiede il patrimonio immobiliare.
Banche, speculatori, grandi proprietari di case, agenzie immobiliari sono i soliti beneficiari dei favori del governo, mentre l’edilizia residenziale pubblica, gli sfrattati, le famiglie in grave difficoltà economica e gli occupanti di case, vengo sempre più lasciati al declino e all’abbandono, se non vengono addirittura criminalizzati (vedi art.5 del “Piano Casa” che impedisce l’allaccio delle utenze e la fissazione della residenza nelle occupazioni abitative e la continua repressione degli attivisti che lottano per il diritto all’abitare).
A Torino sempre meno fondi vengono destinati alle politiche territoriali sulla casa, sempre meno case popolari vengono costruite o ristrutturate (quando non vengono vendute o demolite), per non parlare dei servizi sociali che invece di svolgere un’azione d’appoggio per i soggetti in difficoltà, diventano addirittura un problema per le famiglie in disagio abitativo che si vedono continuamente minacciate della separazione dai propri figli.
I dati del 2015 sono chiari: 4632 sfratti (il numero più alto mai registrato) e un aumento del 10,8% dei pignoramenti. Questo ci dimostra che la tendenza non solo non è in calo, ma che il problema non si limita a colpire gli strati meno abbienti della società, ma anche chi si può permettere di aprire un mutuo.
Nell’andare a ricercare risposte o proposte riguardanti l’emergenza casa torinese, spesso ci siamo dovuti scontrare nell’inefficienza, nell’ignoranza e l’arroganza delle amministrazioni cittadine. Andare a tirare l’orecchio a Fassino e Chiamparino o all’assessore alle politiche abitative e sociale Elide Tisi, non ci ha certo dato speranza o fiducia che siano loro a risolvere i problemi abitativi della città, quanto piuttosto ci hanno dato la consapevolezza che non faranno altro che peggiorarlo e che solo attraverso la lotta, l’organizzazione dal basso, il mutuo aiuto e la solidarietà attiva tra le famiglie sotto sfratto abbiamo la possibilità di non soccombere agli interessi di potere del “sistema Torino”.
Ci diamo come obiettivo la conquista di condizioni dignitose per tutte le persone che vivono nel territorio di Torino, uscire dall’isolamento in cui ci vogliono tenere le istituzioni: NON CI VOGLIAMO PIU’ VERGOGNARE DELLA NOSTRA SITUAZIONE! LA COLPA DI CIO’ CHE SUCCEDE E’ DELLA POLITICA CITTADINA, NON DELLE PERSONE!
Continueremo la denuncia delle speculazioni: Il Comune ha scelto di attuare una politica che non dà risposte adeguate, se non attraverso soluzioni tampone, ma dalle quali traggono profitto BANCHE, COOPERATIVE e SPECULATORI EDILIZI. Una politica di interessi che fa il gioco soltanto di chi già possiede grandi ricchezze e che la crisi non la pagherà mai, caricando sulle famiglie e sulle persone in difficoltà un debito insostenibile.
Lotteremo ogni giorno per un blocco immediato degli sfratti, degli sgomberi e dei pignoramenti. Mutui congelati e a tasso zero per le famiglie in difficoltà economica; per una nuova edilizia popolare, per la destinazione degli edifici pubblici in disuso agli sfrattati e requisizione degli appartamenti sfitti.
Vogliamo prezzi degli affitti, bollette e costi della vita calmierati in base al reddito.
Abbiamo già detto che noi siamo coloro che lottano per la propria dignità. Noi siamo le famiglie costrette ad occupare una casa per poter dormire al caldo d’inverno. Noi siamo disoccupati o lavoratori precari. Noi siamo coloro che sognano un futuro migliore per i nostri figli. Alcuni di noi hanno fatto molti chilometri per inseguire questo sogno. Noi, nonostante tutte le difficoltà e differenze, siamo uniti nella ricerca e nella lotta per realizzare questo desiderio. Ma siamo anche quelli che vengono messi al margine della società, relegati a chiedere assistenza o carità. Noi siamo quelli che, nonostante le scarsissime risorse, facciamo la nostra parte per far circolare l’economia di cui tanto ci si preoccupa. Ci siamo stancati di tendere la mano per un tozzo di pane.
E soprattutto noi sappiamo quale sarà il nostro posto all’interno di questo corteo. E’ all’interno delle LOTTE SOCIALI che noi da mesi ci muoviamo in città e sarà ancora quella l’unica bandiera sotto cui porteremo i nostri bisogni e le nostre ragioni.
Invitiamo tutti i nostri amici e le nostre amiche, i nostri sostenitori e sostenitrici, i nostri compagni e le nostre compagne di lotta e di vita ad unirsi a noi, per un primo maggio che non sia la solita passerella di partiti e sindacati amici di chi ci affama, ma che sia un primo maggio di lotta e rivendicazione, il primo maggio di chi, come noi, vuole vedere migliorare la propria condizione di vita.
Raccogliamo, inoltre, l’invito della rete nazionale “Abitare nella Crisi” alla partecipazione alla giornata di mobilitazione diffusa su tutti i territori del 28 maggio, dove, giusto ad una settimana dalla scadenza elettorale delle amministrative, sarà importante dare voce a quella parte di Torino che non si accontenta di false promesse, che non si rassegna a vedersi negato il diritto all’abitare e ad una città in cui vivere dignitosamente. Per partecipare alla costruzione dell’appuntamento invitiamo tutte le realtà dell’autorganizzazione sociale, i sindacati di base, i collettivi ed i comitati, tutti e tutte, ad una prima riunione cittadina per martedì 3 maggio alle ore 18.30 presso lo Spazio Popolare Neruda di corso Ciriè 7.

Solidarietà agli studenti arrestati dalle famiglie dello Spazio Popolare Neruda

Abbiamo appreso che questa mattina 7 ragazzi universitari sono stati arrestati per aver espresso il loro determinato dissenso contro chi all’interno dell’ateneo cerca di diffondere il razzismo e l’odio verso l’altro. Questi ragazzi noi li conosciamo, ci hanno dato una mano. Potrebbero addirittura essere i nostri figli.
Tutti sanno che la nostra casa di Corso Ciriè è abitata da italiani e migranti che vivono e lottano fianco a fianco per delle condizioni di vita più dignitose per tutti e tutte. Per questo siamo vicini e solidali a questi ragazzi e li ringraziamo per il loro coraggio, perchè quella giornata hanno difeso anche noi.
Troviamo inaccettabile che chi semina odio non abbia nessuna ripercussione e chi invece manifesta il proprio diritto a dissentire venga così severamente punito.
Noi stessi abbiamo subito questa sorte circa due mesi fa ed è anche perchè ci siamo passati che dobbiamo dire basta a questa giustizia che contiene due pesi e due misure!
LIBERTA’ PER MARIA EDGARDA, DIEGO, UMBERTO, DAVIDE, MATTIA, SILVESTRO E SIMONE!
‪#‎libertàdidissenso‬ ‪#‎libertàdistudiare‬ ‪#‎libertàdiresistere‬

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Iniziative contro le banche e la rapina dei mutui

Iniziative di contestazione a Torino riguardanti il decreto che interessa i mutui che il Governo Renzi sta portando avanti.

Diverse le banche sanzionate in questa giornata che ha visto i principali istituti di credito, Unicredit e San Paolo in primis, giustamente individuate come soggetti colpevoli di quello che sarà un decreto volto a espropriare i cittadini delle loro case. Un totale di 6 istituti di credito sanzionati dalle famiglie dello Spazio Popolare Neruda insieme agli attivisti del progetto Prendocasa, che hanno incontrato la solidarietà di molti correntisti che si apprestavano ad entrare e uscire dalle banche.

Nelle sedi delle 6 banche prese di mira, si sono svolti volantinaggi e interventi per denunciare la possibilità di esproprio della casa da èparte dell’istituto di credito con la complicità del governo.

banca_casaLa mossa di Renzi è stata più volte denunciata come un passo in avanti per dare maggiori poteri alle banche nelle vicende che le vedono in contrapposizione alle migliaia di cittadini che si trovano, stritolati da questa crisi, impossibilitati dal pagare i mutui accesi per l’acquisto di una casa. Questo decreto non è altro che uno dei tanti tasselli che gli istituti di credito vogliono apporre proprio per non avere le mani legate per troppo tempo sulle rivendite degli immobili dei loro debitori, passaggi importanti che vedranno sempre più tutelate le banche a spese dei soliti, uomini e donne che continuano a fare salti mortali per continuare ad avere un proprio tetto sulla testa. Pignoramenti, svendite del valore degli immobili da parte delle banche e a favore delle stesse, e pazienza se ci sarà chi finirà in mezzo ad una strada con più facilità ed ingiustizia rispetto a prima.

Indubbiamente le iniziative contro questo decreto continueranno; del resto alla luce delle eventuali modifiche che una parte dell’esecutivo renziano ha promesso di portare avanti, non basteranno a riformulare l’intenzione espressa dalle banche e Governo.

Di seguito il volantino distribuito durante l’iniziativa:

GOVERNO&BANCHE di nuovo CONTRO I CITTADINI

Oggi, 10 marzo 2016, stiamo contestando contemporaneamente varie filiali delle banche Unicredit e San Paolo della nostra città. Questo perchè in questi giorni il governo Renzi ha fatto l’ennesimo regalo alle banche: concedergli la possibilità di recuperare crediti non ancora riscossi, attraverso l’espropriazione della casa. Questa possibilità passa attraverso la nuova normativa sui pignoramenti: le banche potranno entrare direttamente in possesso dell’immobile e di metterlo in vendita per soddisfare il proprio credito, qualora il mutuatario dovesse risultare in ritardo con il pagamento di (forse) 18 rate, anche non consecutive. In questo modo le banche acquisiscono subito la proprietà della casa e l’immediata possibilità di metterla all’asta.

Quindi se per colpa della crisi viene a mancare improvvisamente il reddito, ritardando con il pagamento delle rate del mutuo, la banca senza nessun preavviso, grazie al nuovo piano firmato Renzi&Boschi, potrà toglierci la casa e farci perdere, oltre all’immobile, anche i soldi usati per pagare le tasse sul mutuo.

Spieghiamoci meglio: quando si apre un mutuo, la maggior parte delle banche offrono degli interessi “promozionali” molto bassi per un breve periodo iniziale (tre-sei mesi) detto “tasso d’ingresso”. Terminato tale periodo viene applicato il tasso normale (detto “tasso a regime”), che è più elevato. Inoltre se siamo morosi perché non riusciamo più a sostenere il mutuo, scattano in automatico (dal primo gennaio 2013 fin dal primo giorno di mancato pagamento del debito) gli interessi di mora.

Quando la banca pignorerà una casa per venderla all’asta, i soldi che abbiamo speso, in queste due tasse, quella d’ingresso e quella sulla mora, non  ci verranno restituiti. Quindi, la banca ci toglie la casa, la vende all’asta, recupera il proprio credito ma non ci restituisce i soldi finiti nelle tasse. Un gran bell’affare! Ma non finisce qui.

Le banche, sempre grazie all’aiuto del governo, da oggi diventeranno direttamente “acquirenti” e venditori di immobili: prima togliendoci la casa, e dopo rivendendola all’asta. Ma chi acquisterà la tua casa messa all’asta? La stessa banca che grazie alle agenzie immobiliari satelliti distribuite sul territorio rientreranno in possesso dell’immobile e la venderà ai soliti speculatori come grandi imprenditori, cooperative edili, palazzinari e immobiliaristi, infimi personaggi pronti a gettarsi su succulenti affari come gli avvoltoi si fiondano sui cadaveri.

L’esempio più noto a Torino di immobiliari satellite delle più importanti banche è PirelliRe, che fa parte del gruppo Prelios, uno dei più importanti gruppi di acquisto e vendita di immobili, composto da Intesa San Paolo, Unicredit, Banca Popolare di Milano, Monte dei Paschi di Siena.

Questa è l’ennesima rapina da parte delle banche ai danni di molti cittadini che viene legittimata dal governo Renzi (basti pensare al caso di Banca Etruria). Questo deve portarci a riflettere su come il PD amministra le politiche nazionali e territoriali. Da una parte ci danno le briciole e propagandano una ripresa del paese che non vediamo neanche con il binocolo, e dall’altra continuano a prenderci quel poco che ci rimane, scippandoci diritti, casa e reddito (quest’ultimo attraverso il taglio dei servizi pubblici sostituito dal privato e ovviamente attraverso le politiche di austerità promosse in questi anni).

Mutui, dal leasing immobiliare al vitalizio ipotecario

ipoteca-no-300x203Ad oggi le proteste sulle mosse del Governo Renzi a favore delle banche in merito ai mutui hanno generato un polverone in parte utile anche all’esecutivo. Se non altro né uscirà come un esecutivo buono, concedendo qualche briciola in più ad una trattativa che lo vedrà attento a suo dire: “ alle parti in causa”.

Le opposizioni all’interno del parlamento tentano quantomeno di cavalcare il problema, fuori anche il Codacons si muove per protestare con un esposto alla procura della repubblica di Roma. Tutto questo era un effetto del tutto previsto da parte del Governo Renzi, il suo viceministro all’Economia Enrico Zanetti ribadisce che: “ il governo è disponibilissimo a modificare il testo presentato.” Gli fa eco il presidente dell’Associazione bancari italiani presidente Antonio Patuelli dichiara : “Non riguarda fatti del passato ,ma la possibilità e l’eventualità per il futuro, lasciata alla libera contrattazione tra famiglie e istituti bancari. Sono logiche europee, ce ne sono anche altre, comunque noi non ce ne siamo interessati”.

Aldilà delle parole spese da questa o da quella parte la realtà continua ad essere la stessa.

La volontà delle banche di ripianare i propri conti è forte, il debito di quelle italiane è di almeno 200 miliardi di euro, dei quali solo il 30% a causa dei semplici cittadini che hanno contratto finanziamenti o mutui. Su questi ultimi bisogna agire ed in questo caso si vuole dare un colpo di spugna all’intromissione di un tribunale, come oggi avviene prima della vendita all’asta dell’immobile. Questo passaggio quantomeno garantiva al debitore il trascorrere di 7/8 anni nel quale il cittadino poteva rientrare di una parte del debito e comunque non correre il rischio di finire dall’oggi al domani in mezzo ad una strada. Da questo punto di vista le banche potranno fare il prezzo e saranno indubbiamente interessate a rientrare del proprio debito e basta, per dipiù saranno loro stesse a ricomprarle tramite agenzie immobiliari satelliti quando non palesemente col proprio nome. Gli atti del Governo da tempo rispondono alle banche, in questo caso il vitalizio ipotecario e il leasing immobiliare sono stati passaggi che indubbiamente li hanno visti andare a braccetto nel ridurre maggiori strati del paese ad essere “debitori cronici” a vita.

A questo serve il vitalizio immobiliare, riservato a chi ha compiuto 60 anni di età, particolarmente in difficoltà, ad esempio per via dei costi della casa del quale si è proprietari, perché anziani bisognosi di cure, o per dover mantenere i propri familiari. Del resto il bacino di bisognosi è in aumento, un’ esigenza di liquidità che porta a monetizzare quello che è rimasto ancora da monetizzare, in questo caso le banche concedono un prestito mettendo un ipoteca sulla casa di proprietà. Insomma un finanziamento strutturato appositamente per le esigenze finanziarie della popolazione di età avanzata: all’anziano viene concesso un finanziamento a fronte dell’iscrizione di un’ipoteca sulla casa di proprietà (che dunque l’anziano non è costretto a vendere) mentre la restituzione del capitale e degli interessi fa carico, in tutto o in parte, agli eredi posteriormente al decesso del mutuatario.

L’aggravante maggiore di questa operazione pone come vincolo da contratto che il vitalizio ipotecario, passi agli eredi, ove costoro si rifiutino di provvedere a questo pagamento, la banca può vendere l’immobile e soddisfarsi con il ricavato (restituendo agli eredi l’eventuale eccedenza). L’entità della somma concedibile a mutuo varia sia in funzione del valore della casa concessa in ipoteca sia dell’età del mutuatario: l’importo è tanto più elevato quanto più la casa vale e quanto più è avanzata l’età del mutuatario. Un peso che graverà sulle spalle del debitore e dei suoi eredi, è rappresentato dall’esponenziale crescita del debito (dovuta alla capitalizzazione annuale degli interessi sulla somma erogata), soprattutto dove vi sia una lunga aspettativa di vita: questo meccanismo è in grado di “mangiare” in poco tempo l’intero valore dell’immobile offerto in garanzia. Altro aspetto di perplessità deriva dalla considerazione che la casa oggetto di ipoteca non è vendibile, non è ulteriormente ipotecabile e nemmeno è possibile concederla in locazione a terzi: infatti in questi casi, la legge sancisce la cosiddetta “decadenza dal beneficio del termine” e cioè la banca può dichiarare il contratto risolto e pretendere la restituzione immediata di capitale e interessi.

Nella visione del debitore cronico vi sono le così dette giovani coppie che decidono di comprare casa. Il metodo è come quello delle auto comprate con il leasing, in questo caso il leasing immobiliare consente alle giovani coppie attraverso un indebitamento di avere una casa utilizzando un finanziamento con maxi rata finale. A fronte della precarietà lavorativa e del potere di acquisto sempre più in calo dei salari italiani, non vi sarà che la continuazione dell’indebitamento da parte di chi ha contratto questo tipo di leasing.

Bisogna tener conto innanzitutto la durata, generalmente più breve dei mutui in quanto con una durata troppo lunga si andrebbe incontro ad un canone eccessivamente alto in proporzione e, quindi, non conveniente. La locazione finanziaria non supera i 20 anni, ma generalmente si attesta tra i 12 e i 15 anni. Questo significa pagamenti (mensili, ma più spesso bimestrali o trimestrali) più elevati. In quanto saranno la maggioranza a dover chiedere di finanziare la maxi rata a causa pagando quindi per la vita.

Ritornando sul vespaio più in generale dovuto alla notizia di qualche giorno fa il Governo Renzi ora parla di modifiche, come ad esempio, la sostituzione delle 7 rate con le attuali 18 rate non pagate, grosso modo un anno e mezzo di insolvenza, briciole di fronte alla portata della cosa o meglio della casa. Oppure del diritto ad avere un perito nominato dal tribunale per stabilire il valore della casa per la successiva vendita.

Anche in questo caso le rassicurazioni che parlano di regole applicate ai nuovi mutui e del fatto che si vuole far credere che il debitore ed il creditore possano avere lo stesso peso nella trattativa, offendono l’intelligenza di chi oggi vive nella realtà italiana. Eterni debitori è quello che il Governo e le banche vorrebbero avere dalle attuali ma soprattutto nuove generazioni.

Governo&Banche: cambia la direttiva sui pignoramenti. Agevolata l’espropriazione della casa

imagesIl comportamento del Governo nei confronti delle fasce deboli di questo paese sta superando ogni limite di decenza e sopportabilità e si rivolge a strati sociali che avviluppati da una crisi che non fa altro che acuirsi, vengono colpiti in ogni aspetto della vita quotidiana. Tagli, razionalizzazioni e revisioni di spesa, fanno parte ormai delle parole d’ordine che il Governo Renzi adotta non appena si tratta di colpire settori come scuola, sanità, lavoro e così via..

In questo caso il colpo che si vuole mettere a segno riguarda un aspetto divenuto spinoso in Italia, ma non per questo al riparo da questi attacchi: la casa.

Poter comprare una casa, per milioni di italiani ed italiane, resta un passo molto importante. Anche se tuttavia è sotto gli occhi di tutti come questo passo stia diventando sempre più proibitivo al giorno d’oggi. Nonostante stipendi da fame e condizioni lavorative precarie, per una buona parte di popolazione, soprattutto con l’aiuto determinante della buonuscita dei genitori pensionati, per molti poter accedere ad un mutuo è ancora possibile.

Proprio per questi ultimi il Governo ha ideato un piano tutto suo. Utilizzando il recepimento di una direttiva europea, per mano del Ministro Boschi, l’esecutivo si appresta a fare l’ennesimo regalo alle sue care amiche banche ed ai relativi speculatori a seguire. Nella fattispecie, la Direttiva Europea 2014/17, che dovrebbe teoricamente aumentare le tutele per i consumatori nei contratti di credito, viene stravolta nei fatti, diventando uno strumento di maggiori garanzie per le banche nelle loro attività di recupero dei crediti detti “inesigibili”. Nel decreto legislativo viene cancellato l’art. 2744 del Codice Civile, che vieta il “patto commissorio”. Il superamento di questo divieto permette quindi alle banche di entrare direttamente in possesso dell’immobile e di metterlo in vendita per soddisfare il proprio credito, qualora il mutuatario dovesse risultare in ritardo con il pagamento di 7 rate, anche non consecutive.

In questo modo le banche acquisiscono subito la proprietà della casa e di fatto l’immediata possibilità di metterla all’asta. Un recupero del credito a favore delle banche che il Governo sta sostenendo in un’ottica che lo vede in prima persona garante sulle sofferenze bancarie. Si prevede esplicitamente che: “Le parti del contratto possono convenire espressamente al momento della conclusione del contratto di credito o successivamente, che in caso di inadempimentodel consumatore (il ritardo nel pagamento di 7 rate anche non consecutive) la restituzione o il trasferimento del bene immobile oggetto di garanzia reale o dei proventi della vendita del medesimo bene comporta l’estinzione del debito, fermo restando il diritto del consumatore all’eccedenza”.

Tutto ciò accadrà anche per quanto riguarda i mutui già in essere, visto che si parla di modifiche unilaterali, quindi nessun salvataggio anche per chi ha già aperto un mutuo in passato.

Nello stesso tempo la banca che ha acquisito la casa potrà venderla al prezzo che vuole, decidendo meglio per se stessa il prezzo di mercato, così da estinguere presto il debito e disinteressarsi della reale quota di vendita sul mercato, visto che questo le imporrebbe un dividendo del di più con il debitore.

In questo caso sarà normale vedere case vendute in fretta e furia solo per ripianare il debito bancario, con l’aggravante che saranno le stesse banche, con le loro agenzie immobiliari satelliti, ad essere dall’altra parte del tavolo. Un conflitto di interessi chiaro come il sole.

Ed infine, la ciliegina sulla torta porta. Chi acquisisce gli immobili nell’ambito di vendite giudiziarie per poi rivenderli a un’acquirente finale a pagare un’imposta sostitutiva di appena 200 euro, contro la tassazione ordinaria del 9%. “La norma- si dice- ha la finalità di agevolare il collocamento degli immobili in sede di vendita giudiziaria, così come in caso di assegnazione degli immobili stessi ai creditori”

Non è una novità del resto che questo Governo vada a braccetto con le banche, tuttavia l’azione di Renzi tenta sempre di lanciare il sasso più in là rispetto al limite. Si tratta di un ennesimo processo di stravolgimento del diritto; di una riscrittura dei codici, che lede le prerogative costituzionali, in nome dell’accelerazione dell’attuazione degli accordi TTIPP, che sovra determinano e distruggono, nella loro furia iperliberista, non solo il Welfare, ma la stessa democrazia, in nome del profitto a tutti i costi.

Solidarietà da Torino alla lotta per la casa di Padova

A Padova 11 attivisti del comitato di lotta per la casa sono state raggiunte da svariate misure cautelari che vanno dagli arresti domiciliari a obblighi di firma e divieti di dimora.
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L’assurdo reato contestato è “associazione a delinquere”, per aver partecipato a decine di picchetti anti-sfratto e aver difeso il diritto di tante famiglie ad avere una casa. Con queste misure cautelari le istituzioni provano ad intimidire gli attivisti e le famiglie che si battono quotidianamente per i loro diritti, e inoltre, magistratura e amministrazioni locali, diventano meri esecutori di una vendetta voluta da speculatori e palazzinari nei confronti di chi lotta per la casa.
Da Torino, dove quotidianamente ci battiamo contro la violenza degli sfratti a fianco delle molte famiglie alle quali viene negata la possibilità di una vita dignitosa, non possiamo che sentirci vicini ed esprimere solidarietà verso i compagni e le compagne di Padova.
La lotta per la casa è un dovere per tutti coloro che oggi si sentono minacciati dalle politiche liberticide del governo Renzi e dall’insufficienza con cui viene trattata l’emergenza abitativa nel paese.
Se le resistenze allo sfratto costituiscono un problema per le istituzioni, significa che stiamo andando nella direzione giusta, quella percorsa dal basso con famiglie e attivisti pronti a lottare per migliorare le proprie condizioni di vita.
A fianco dei compagn* di Padava, Liberi tutti!
Le famiglie occupanti dello Spazio Popolare Neruda e Progetto Prendocasa Torino

Torino, sfratto coatto della Cooperativa “Di Vittorio”

Oggi 18 febbraio le forze dell’ordine hanno bussato alla porta di Daouhadi e della sua numerosa famiglia per mettere in atto lo sfratto a sorpresa notificato nel mese di dicembre.
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Si e’ arrivati all’assurdo articolo 610 dopo alcune resistenze e picchetti portati avanti dalla famiglia tutta e da solidali che ogni giorno cercano di far fronte all’emergenza abitativa dilagante nella nostra città.
Daouhadi però questa mattina era da solo nella casa di via Tasca 23; i quattro figli (tre minori e una maggiorenne) sedevano“inconsapevolmente” tra i banchi di scuola, la moglie in ospedale alle prese con il quinto parto ed è così che la proprietà, il comune e la questura di Torino si sono sentiti “tranquilli” e “facilitati” nello sfondare la porta dell’appartamento, nel pretendere che la vita di un’intera famiglia fosse velocemente inscatolata, imbustata e messa in mezzo ad una strada.
Un presidio nutrito di resistenti e solidali ha raggiunto l’abitazione, offrendo il proprio aiuto nell’affrontare un momento così delicato, ma soprattutto cercando di rispondere il più velocemente possibile a tanta codardia delle istituzioni, pretendendo una soluzione dai servizi sociali (che peraltro non si sono presentati sul luogo, continuando a prendere tempo telefonicamente).
I proprietari, richiedenti lo sfratto, sono alcuni soggetti della Cooperativa Edile “Di Vittorio”, famosi per non essere onesti, famosi per i loro giochetti alla luce del sole. Profondamente colluso e complice il Comune di Torino.
Una volta giunti dai servizi sociali a Daouhadi e alla sua famiglia è stata fornita una soluzione temporanea ma accettata vista la forte necessità, la dimissione dall’ospedale della moglie, di trovare una sistemazione. Questo però non significa che il percorso della famiglia si esaurisca con questo palliativo. I servizi sociali dovranno mettere mano ai loro fondi e trovare le coperture per dare una sistemazione concreta e dignitosa alla famiglia.
Per questo motivo monitoreremo il lavoro che svolgeranno i servizi sociali, e se la famiglia non riterrà soddisfacente e/o dignitoso il percorso proposto dalle amministrazioni, ci batteremo insieme affinché si trovino soluzioni adeguate.
Non possiamo permettere che persone, famiglie intere, gente che aspetta risposte dall’emergenza abitativa della nostra città, sia lasciata da sola, venga sbattuta in mezzo ad una strada a sorpresa..
Le Famiglie dello Spazio Popolare Neruda
Nella foto in testa all’articolo, uno dei rappresentanti della Cooperativa “Di Vittorio” che mostra il dito medio ai primi solidali giunti sul posto per sostenere la famiglia di Daouhadi.

Torino, basta sfratti e palazzinari!

Oggi le famiglie dello Spazio Popolare Neruda e tanti solidali si sono trovati a difendere lo sfratto di Marco, Roberta e dei loro splendidi bambini.

IMG_20160211_114150Marco si arrangia con qualche lavoretto, Roberta ha perso il lavoro. Marco ha lavorato per molto tempo alle dipendenze del noto avvocato-palazzinaro Pacchiodo che ha voluto sfrattare la sua famiglia.

Un’altra situazione di emergenza abitativa nella Torino capitale degli sfratti. Mentre il partito democratico si prepara alle nuove elezioni ed investe capitali in opere inutili, migliaia di persone rischiano di perdere la casa, perché la crisi è sempre più capillare, come uno tsunami travolge le vite di molti.
Marco e Roberta oggi hanno deciso di resistere, nonostante la volontà e l’intransigenza di chi li voleva fuori di casa. L’avvocato-proprietario, non sembra preoccuparsi minimamente che a perdere un posto caldo sarebbero stati un bambino di sei mesi e il suo fratellino con certificati di gravi problemi di salute. Proprio quell’avvocato che a Torino ha moltissime proprietà, che naviga nell’oro e che ha sempre pensato di sfruttare la manodopera dei suoi inquilini al bisogno…Opportunismo? Furbizia?
Sicuramente è questione di classe per quelli come lui, ma non per i tanti come noi che si meritano un futuro ed una vita dignitosa.
Esiste una Torino che si oppone, una Torino popolata da sorrisi e da voglia di resistere, dove persone di ogni età si adoperano per cambiare la situazione di disagio imperante.
Ora Marco e Roberta aspettano una risposta dall’emergenza abitativa. Noi siamo al loro fianco! Oggi e il 13 Aprile!

Sistema Torino: la politica e le speculazioni

graficaE’ datato 4 febbraio il blitz della guardia di finanza che ha coinvolto le associazioni riunite nel progetto “La città possibile”: Valdocco, Aizo, Terra del Fuoco, Stranaidea, Liberi tutti e la Croce rossa. Fra gli indagati compare anche il noto Giorgio Molino, il “ras delle soffitte”, palazzinaro che possiede circa 1850 immobili tra Torino e provincia. Le cooperative interessate dal blitz si sono occupate del progetto di sgombero e di ricollocamento delle famiglie del campo rom di Lungo Stura Lazio.

Il reato contestato alla cooperativa Valdocco e all’associazione Terra del Fuoco è di turbativa d’asta, in quanto hanno sistemato le famiglie rom in alcuni appartamenti di corso Vigevano sprovvisti dei requisiti di abitabilità, mentre per Molino si parla di abuso edilizio.

L’inchiesta nasce da parte del pm Padalino, secondo un esposto portato in consiglio comunale da Maurizio Marrone (fdi). Il Comune di Torino si costituisce parte lesa.

Ecco tutti gli ingredienti di un’inchiesta in odor di campagna elettorale, che non ha nulla a che vedere (stranamente!) con l’integrazione, il diritto all’abitare e il poter vivere una vita dignitosa di centinaia di famiglie che in poco tempo si sono trovate senza un tetto e oggetto di un contenzioso di cui non avevano certo nessun interesse.

Il fatto che il Comune di Torino, rappresentato dal sindaco Fassino, si sia costituito parte lesa in questo procedimento è ai limiti del ridicolo, ma si inserisce perfettamente nella strategia del PD per cercare di strappare qualche voto in più alle vicinissime elezioni comunali. Il Comune si vanta di essere l’unico beneficiario dei fondi stanziati per “l’emergenza rom” che sia riuscito a sgomberare un campo nomadi e cerca di risultare vittima delle cooperative e associazioni che hanno fatto il lavoro sporco per lui.

Strano però che il Comune si sia dimenticato dei numerosi affari firmati col signor Molino, unico immobiliarista che per ripulirsi la coscienza (o meglio la fedina penale) si prende in carico tutte le patate bollenti del sindaco Fassino: oltre alla questione rom, il palazzinaro si è occupato di sistemare i rifugiati nel suo housing sociale di via Aquila 21 (180 rifugiati in un luogo che ha la capienza di massimo 100 persone), ha stipulato un’ampia e proficua collaborazione con LO.CA.RE., uno degli organi dell’assessorato alla casa che si occupa di pagare per alcuni mesi l’affitto al proprietario di casa se si prende in carico una famiglia in emergenza abitativa.

Sembra inoltre veramente incredibile che la vicesindaco Tisi abbia dichiarato di essere assolutamente ignara della reale destinazione d’uso degli immobili di Corso Vigevano, in quanto erano già stati messi sotto sequestro nell’aprile 2012 proprio per essere stati “ristrutturati ad uso abitativo” e messi in affito senza alcun progetto di riconversione o cambio di destinazione d’uso.

Il gioco politico risulta così ancora più chiaro. Il blocco di potere PD e le speculazioni in città vanno a braccetto; ma in piena campagna elettorale conviene sganciarsi dalle polemiche e cercare di rifarsi un’immagine. Il blitz della finanza viene usato in modo pretestuoso dall’apparato PD per cercare di svincolarsi dalle responsabilità comuni alle associazioni e cooperative sotto accusa, le quali non si sarebbero accertate, pur di conseguire gli obiettivi progettuali previsti dall’appalto indetto dal Comune, dei requisiti degli immobili per il progetto “La città possibile” concessi dal solito affarista e speculatore Molino.

Inoltre val la pena ricordare che Terra del Fuoco è un’associazione legata fortemente a SEL – che prima del divorzio era in maggioranza PD – e che oggi con Airaudo corre per la carica da sindaco…

Ecco rivelata quindi la strumentalità politica con cui il “sistema Torino” tratta i problemi reali di questa città, senza minimamente risolverli. Così come in questo caso specifico, la gravissima emergenza abitativa della nostra città viene tamponata attraverso mille piccoli espedienti da campagna elettorale, ma mai si prendono provvedimenti atti a risolverla seriamente. Se da un lato si punta il dito contro i progetti speculativi del Comune (il progetto “La città possibile” ha un costo di 5 milioni di euro) dall’altro lato, si evidenzia come per personaggi come Giorgio Molino, le istituzioni si danno da fare per legittimarlo sul piano pubblico e di gestione del welfare cittadino, pagando i sui “servizi” con denaro pubblico.

Ci chiediamo infine come sia possibile che, sin dal 2013 all’inizio di questa faccenda, le istituzioni, deputate a risolvere il postsgombero del campo rom, non si siano poste delle domande rispetto alle modalità e le condizioni in cui si trovavano ad operare. Ultima tesserina del puzzle di questa vicenda è Marrone, che nasconde i suoi miseri fini elettorali e la sua retorica fascista e razzista, sotto il mantello di paladino della giustizia, in nome di una legalità “disinteressata” che a noi veste sempre più stretta.