Pietra Alta Occupata inaugura lo sportello casa!

inaugurazione sportello

Alla palazzina occupata di Pietra Alta in corso Vercelli 440, sabato 11 maggio verrà inaugurato lo Sportello Casa, uno spazio in cui le famiglie in difficoltà che hanno ricevuto lo sfratto troveranno informazioni e consulenza legale (completamente gratuito). Oggi sempre più famiglie ricevono uno sfratto, si vedono portare via la casa, vengono sbattute in mezzo ad una strada per colpa della crisi, del lavoro che non c’è e soprattutto di chi la crisi l’ha creata. Crediamo che il diritto alla casa, all’abitare, debba essere garantito, soprattutto in questo grave periodo di crisi, e che sia legittimo opporsi agli sfratti esecutivi. Altre esperienze in diverse città d’Italia e molte a Torino ci dicono che questo è possibile. Resistiamo agli sfratti insieme!

Sportello Casa come strumento di orientamento per capire come bisogna comportarsi di fronte ad un avviso di sfratto, un luogo dove trovare informazioni e solidarietà, ma anche uno sportello sociale che include oltre alle problematiche sulla casa le vertenze sul territorio/quartiere…è il momento di affrontare i bisogni di tutt*!

Per chi è sotto sfratto, per chi la crisi non la vuole pagare, per chi pensa di aver già pagato abbastanza…LA CASA è UN DIRITTO LOTTIAMO PER DIFENDERLO!

SABATO 11 MAGGIO GIORNATA DI INAUGURAZIONE DELLO SPORTELLO CASA DENTRO PIETRA ALTA OCCUPATA IN CORSO VERCELLI 440

Ore 16.00 merenda e giochi per bambini

Ore 20.30 cena sociale a 5 euro e 3 euro per i bambini

Ore 22.30 Concerto con la Banda di Falchera e gruppi emergenti del quartiere

Contro i pignoramenti delle banche, resistiamo agli sfratti!

sfratto_falchera00 Ancora una giornata di resistenza agli sfratti quest’oggi a Torino: per questa mattina era infatti prevista l’esecuzione dello sfratto di una famiglia residente nel quartiere Falchera.

La vicenda di questa famiglia è già di per sé esemplificativa della situazione in cui la crisi e la speculazione hanno trascinato moltissime persone, soprattutto in una città come Torino in cui il numero di sfratti è tra i più alti: la casa era infatti stata acquistata con un mutuo con la banca Mediolanum che negli anni ha continuato a lievitare e, sommandosi alla perdita del lavoro di uno dei due proprietari, ha messo la famiglia nell’impossibilità di poter continuare a pagare le rate.

A quel punto è subito partita la procedura di sfratto e la casa è stata messa in vendita all’asta.

Quello di oggi era il secondo accesso per tentare di eseguire lo sfratto e fin dalle prime ore della mattina un presidio composto da solidali e dal collettivo Prendocasa si è radunato sotto l’abitazione per difendere il diritto alla casa e impedire le procedure di pignoramento.

A quanto pare l’ufficiale giudiziario, vedendo il presidio, ha scelto di non presentarsi; trattandosi di pignoramento, inoltre, la decisione di eseguire lo sfratto spetta al curatore fallimentare che ha disposto il rinvio dell’operazione.

Dall’Istituto Vendite Giudiziarie è arrivata conferma del fatto che lo sfratto è stato rinviato al mese di luglio. Dal presidio anti-sfratto, rimasto in attesa fino a conferma del rinvio, si leva un messaggio chiaro rispetto all’eventualità che si cerchi di anticipare senza preavviso la data del pignoramento: ai nostri posti ci troverete, sempre!

Leggi il volantino distribuito questa mattina:

Contro i pignoramenti delle banche, resistiamo agli sfratti!

Oggi 8 Maggio, siamo qui per difendere l’ennesimo sfratto figlio della crisi e della speculazione delle banche con la complicità delle Istituzioni. Pietro e la sua famiglia vivono, qui in Falchera dal 2005 nella casa che hanno acquistato in Via delle  Querce 29. Per comprarla hanno stipulato un mutuo con la Banca Mediolanum, che li ha convinti ad accettare una proposta a tasso variabile. Dai 400 euro mensili di mutuo la famiglia di Pietro in brevissimo tempo si è trovata a dover pagare 1000 Euro al mese.
A causa della crisi il lavoro da piccolo artigiano di Pietro è diminuito e sua moglie è stata licenziata, di fronte all’impossibilità di pagare una rata così alta hanno provato a rinegoziarla con la Banca, ma l’unica risposta ricevuta è stata lo sfratto e la vendita coatta all’asta della casa. La banca recupererà così tutto il suo credito e la famiglia di Pietro perderà tutti i propri risparmi e la propria casa.

La famiglia di Pietro è entrata così a far parte di quelle 3600 famiglie che quest’anno a Torino hanno subito o subiranno un provvedimento di sfratto. È sempre più estesa, infatti l’emergenza abitativa che colpisce Torino, frutto di una mala gestione delle istituzioni locali, che come unica risposta attuano una politica di privatizzazioni, svendita del patrimonio pubblico, taglio dei posti di lavoro e impoverimento dei servizi pubblici.

A Torino, grazie alle politiche del Comune e del sindaco Fassino, sono stati smantellati tutti i servizi a sostegno dell’abitare, esistono migliaia di case ATC vuote che stanno ormai cadendo a pezzi e che non vengono assegnate, mentre le famiglie che hanno diritto alla casa popolare nella migliore delle ipotesi devono aspettare anni. In questo contesto sono sempre più forti ed estese le speculazioni di banche e palazzinari che si arricchiscono alle spalle di chi sta pagando gli effetti di questa crisi.

Di fronte alla continua assenza di politiche sociali, all’immobilità delle istituzioni di fronte alla crescita di sfratti, di cui Torino ne è la capitale, all’incapacità politica di garantire il diritto all’abitare che è sempre più spesso trattato come un mero problema di ordine pubblico, siamo convinti che l’unica risposta sia la resistenza!

La casa è un diritto, quello che ci tolgono ce lo riprenderemo!

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Mutuo Soccorso Bandito per Prendocasa

Qui di seguito  il comunicato del Mutuo Soccorso Bandito che, partendo dallo spirito con cui anima i percorsi  di costruzione di solidarietà attiva, ha deciso di donare al nostro collettivo delle magliette e delle borse  che serviranno per autofinanziare il nostro percorso di lotta per il diritto alla casa!

Come collettivo Prendocasa ringraziamo il MSB e il lavoro che quotidianamente svolge attraverso l’autoproduzione di tshirt e borse serigrafate.

“Da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni”

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Mercoledì 13 Marzo Resistenza allo sfratto in Via Orvieto 8. Noi stiamo con Angela!

sfratti Il caso di Angela, davanti al quale ci troviamo di fronte, è l’ennesimo esempio della situazione che un numero sempre maggiore di uomini e donne si trova a fronteggiare.

Quello di Via Orvieto 8 è un palazzone di 22 piani interamente di proprietà di un dirigente d’impresa, un vero e proprio strozzino che noncurante del peso della crisi che le persone sono quotidianamente costrette a pagare pensa bene di approfittare ancora aumentando negli anni gli affitti ed esigendo spese condominiali esorbitanti per servizi di cui i condomini non vedono nemmeno l’ombra; un palazzinaro già denunciato poiché cercò di far pagare l’IMU agli inquilini del palazzo, dove già sono avvenuti altri sfratti per morosità.
E’ in questo scenario che si connota il caso di Angela, operaia cassaintegrata con gravi problemi di salute e due figli a carico, che si è trovata impossibilitata nel pagare ancora un affitto troppo alto. Successivamente alla sua ingiunzione di sfratto nel Novembre 2011 nonostante il suo reddito minimo le è stata negata l’emergenza abitativa a causa delle norme fissate che impongono un calo del reddito certificato pari o inferiore al 50% del reddito precedente, condizione che difficilmente si viene a verificare, lasciandola nella condizione di cercare di andare incontro al proprietario del palazzo continuando a versare fino a Maggio con sacrificio quello che le era possibile, senza ovviamente ottenere risultato.

Il 27 Febbraio Angela ha subito il secondo accesso da parte dell’ufficiale giudiziario; dopo la vigliaccheria di chi guadagna sulle spalle delle persone speculando sulla casa, seguono le bugie delle istituzioni, che in quella giornata ha rinviato lo sfratto di soli 15 giorni, al 13 Marzo, col contentino di un “progetto” pensato per lei da parte del comune, che altro non è che la sistemazione in una casa-albergo che Angela dovrà comunque pagare.

Noi non accettiamo lo strozzinaggio di figuri interessati più all’ opulenza delle proprie tasche che alla dignità della persona, noi non ci stiamo ai ricatti di un’amministrazione comunale troppo occupata nella costruzione di opere fatiscenti e inutili che non al far sì che la città sia a misura dei bisogni di chi la città la vive.
Per questo invitiamo tutti e tutte assieme a noi Mercoledì in Via Orvieto 8, al fianco di Angela, a resistere!

La casa è un diritto, e se non ce la daranno, ce la prenderemo!

Collettivo Prendocasa Torino

NUOVA OCCUPAZIONE ABITATIVA IN CITTA’!

casa okQuesta mattina quattro famiglie con i loro bambini e il Collettivo Prendocasa hanno deciso di occupare lo stabile di Corso Vercelli 440, una delle tante case vuote a cavallo tra i quartieri di Barriera di Milano e Falchera.

Le loro storie si assomigliano e si intrecciano con quelle delle 3000 famiglie che quest’anno a Torino hanno subito uno sfratto esecutivo. Con l’acuirsi della crisi economica, la perdita di lavoro o la diminuzione del reddito pagare l’affitto è infatti sempre più difficile e spesso impossibile. Di fronte a questa situazione che sempre di più è un’emergenza quotidiana il Comune di Torino risponde  continuando ad effettuare tagli al sociale ed alle politiche abitative.  Si moltiplicano ogni giorno i casi di famiglie allontanate con la forza dal proprio alloggio nel silenzio più assoluto.

Crediamo che la responsabilità di questa situazione sia delle istituzioni che hanno generato la crisi che stiamo vivendo, in primis il Comune di Torino che per creare una città vetrina inesistente ( basti pensare alle olimpiadi del 2006) ha creato delle voragini nei conti pubblici ed adesso svende tutto il patrimonio pubblico invece di destinarlo alle famiglie in emergenza. Nella nostra città ci sono 56 mila alloggi vuoti e ben 30 mila famiglie in difficoltà che hanno perso o stanno perdendo la propria casa. Anche qui in barriera di Milano o in Falchera, basta fare un giro tra le case popolari per rendersi conto di quanti siano gli alloggi di ATC non assegnati e gli stabili del Comune vuoti. È questo il caso della palazzina che abbiamo deciso di riprenderci oggi, l’ex-comando dei vigili urbani, inutilizzato dal 2008.

Oggi quindi occupiamo questo stabile così come hanno già fatto tante altre famiglie che soffocate dalla crisi hanno deciso di portare avanti un percorso di dignità attraverso la riappropriazione.

Anche insieme a loro la speranza è che tutto questo non passi sotto silenzio pre-elettorale, né che ci si accontenti delle mille promesse già sentite e che sicuramente in tanti faranno solo per accaparrarsi qualche voto.

Convinti che la casa sia un diritto e che la dignità si affermi anche riprendendosi ciò che ci viene tolto invitiamo tutti e tutte a portare solidarietà alle nuove famiglie occupanti.

 

Quel che ci tolgono a poco a poco ce lo riprenderemo!

Di seguito il volantino distribuito questa mattina

 

SENZA CASA NON POSSIAMO STARE!

OCCUPIAMO!

Gli sfratti a Torino sono in continuo aumento. Sempre più famiglie si vedono portare via la casa dalle banche o sfrattati da proprietari troppo abituati alla loro rendita sicura, le ingiunzioni di sfratto per morosità incolpevole con relativo sgombero non si contano più.

Le istituzioni e media vogliono farci credere che la colpa è della crisi economica, che noi, di certo, non abbiamo creato, a causa di questa però ci costringono a pagare sempre di più attraverso l’aumento delle tasse, mettendone di nuove (imu), tagliano i servizi sociali e intanto aumenta la disoccupazione e si perde il reddito.

La situazione è drammatica ma questo sembra non sfiorare minimamente politici e istituzioni locali, incapaci di dare delle soluzioni continuano ad appoggiare la linea dura: sei moroso arriva lo sfratto e la forza pubblica deve eseguire, poco importa se hai figli o meno, se nel nucleo famigliare ci sono persone gravemente malate o disabili….

Anche ATC ormai segue la linea dura e se non riesci a pagare l’affitto ti sbatte fuori casa. Siamo in piena emergenza sociale, il diritto all’abitare non è (più?) garantito, ci vogliono vedere vivere sotto i ponti o in angoli scuri della città dove sorgono baraccopoli costruite con mezzi di fortuna.

Noi, famiglie e singoli, abbiamo deciso di non voler perdere la nostra dignità e di riprenderci un diritto che oggi nessuno è in grado di tutelare. Abbiamo deciso che senza casa non possiamo rimanere, che insieme ci possiamo aiutare.

Per questo oggi occupiamo questo stabile, dismesso da alcuni anni, così come molte altre famiglie e non solo hanno già fatto in città trovandosi nella nostra stessa situazione.

Anche insieme a loro vorremmo che tutto questo non passasse sotto silenzio pre-elettorale, né ci accontenteremo delle mille promesse che sicuramente tutti faranno per accaparrarsi qualche voto. La volontà e quello di costruire qualcosa dal basso unendo tutte le forze presenti in città.

Vorremmo che questo stabile non fosse soltanto un posto in cui abitare ma anche un posto vissuto dai vicini e dal quartiere avendo una ampio spazio al piano terra in cui poter realizzare le più svariate iniziative che vogliate proporre. Per questo l’invito rivolto a tutti è quello di venirci a trovare per conoscerci, discutere e realizzare nuove cose insieme.

Siamo consapevoli che ci sia molto lavoro da fare per rendere questo stabile decoroso e utilizzabile in sicurezza per cui chiunque avesse delle capacità e/o del tempo da condividere è il benvenuto/a!

QUEL CHE CI TOLGONO A POCO A POCO CE LO RIPRENDEREMO!

Torino 20/01/2013 GLI/LE OCCUPANTI

Fot. In prop. Via sant’ottavio 20

Comunicato di solidarietà per gli sgomberi a Ponte di Nona

Ieri mattina un ingente numero di agenti in assetto antisommossa ha proceduto allo sgombero dell’occupazione di Ponte di Nona, una delle palazzine di proprietà di enti privatizzati o noti palazzinari occupate lo scorso 6 Dicembre a Roma. Le forze dell’ordine non hanno comunque avuto vita facile trovandosi a dover fronteggiare la determinazione degli occupanti che hanno resistito diverse ore e anche a sgombero effettuato sono riusciti ad andarsene senza essere identificati. Nella stessa mattina anche le occupazioni di Torrevecchia hanno dovuto affrontare un tentativo di sgombero ma in questo caso decine di persone sono accorse a dare manforte agli occupanti asserragliati sul tetto bloccando la strada ed impedendo così di fatto l’operazione voluta dalla Questura.

In tutta Italia sono migliaia le persone in grave emergenza abitativa, nella totale indifferenza delle istituzioni che continuano a svendere gli edifici pubblici e investire complici di palazzinari ed imprenditori privati nella speculazione edilizia; ma noi teniamo a ricordargli che di fronte al grande numero di edifici vuoti nelle nostre città,  faremo in modo che la casa sia un diritto per tutti e tutte,  riprendendoci parti di città per attuare una trasformazione a partire dai bisogni di chi le abita e le vive, ristabilendo una sovranità sociale su chi sopra la nostra testa pianifica lo smantellamento dei luoghi in cui viviamo.

Come Collettivo Prendocasa Torino esprimiamo la massima solidarietà agli occupanti di Ponte di Nona, sicuri che non basti certo uno sgombero a togliere loro la forza di intraprendere nuovi percorsi di lotta!

 

Comunicato di Solidarietà:La paura qui non è di casa

Questa mattina nuove misure cautelari sono state imposte ad alcuni compagni e compagne facenti parte del movimento NO TAV.

Le motivazioni come al solito rientrano nella sfera del ridicolo e dell’assurdo: si parla di resistenza, minacce, intimidazioni, ma la verità è che ormai i loro assurdi teoremi non hanno più seguito nè fondamento e la repressione è l’unico strumento possibile.

In un paese dove ormai si smantella quotidianamente qualsiasi diritto: dalla salute all’istruzione alla casa, l’esempio della resistenza e della lotta contro il TAV fa paura a chi pensa che bisogna chinare la testa e subire.

Le manifestazioni delle ultime settimane sono lo specchio di quanto ormai il subire in silenzio faccia parte di un passato remoto: non a caso i provvedimenti di questa mattina arrivano prontamente prima della manifestazione organizzata a Lione per lunedì prossimo, dove sono previste migliaia di persone che si stanno preparando a dare la calorosa accoglienza a Monti e Hollande.

Paura ormai è l’unica parola che si adatta perfettamente al loro agire: e pensare che dovrebbero ormai aver ben impresso uno dei tanti slogan che appartiene al movimento “la paura qui non è di casa”!

Come Collettivo Prendocasa-Torino esprimiamo tutta la nostra solidarietà alle compagne e ai compagni che questa mattina sono stati raggiunti da misure restrittive.

Si parte e si torna insieme

Ora e sempre NO TAV”

Appello per un’assemblea cittadina

Ogni lunedì, a Torino, operai, maestre, docenti, autisti, operatori
sociali, genitori, studenti, disoccupati, comitati spontanei,
sindacati di base, cittadini indignati si radunano, a turno, sotto il
Comune di Torino.
Ogni lunedì, sempre a Torino, si svolge un consiglio comunale a porte
chiuse, spesso protetto dalle forze dell’ordine, sempre sordo alle
istanze e richieste che i cittadini torinesi portano in quella piazza
e nelle strade della città.

Ci avevano raccontato che questa crisi era passeggera, che il buon
governo l’avrebbe spazzata via ed ancora oggi i media provano a
raccontarci che Torino ha un buon governo.
Ma l’andare del tempo ed il susseguirsi di misure inique, di tagli
sconsiderati, di investimenti folli, hanno messo in ginocchio questa
città, le fasce più deboli della popolazione ed, oramai, mettono a
repentaglio la tenuta di ampi strati di popolazione.
Mentre la città veniva letteralmente (s)venduta da Chiamparino &Co.
alla banca S.Paolo, assieme ai quattrini si smantellava
progressivamente l’intero sistema di welfare che, grazie
all’impegno ed alle lotte di tanti, si era riuscito ad ottenere sul
territorio torinese.
Sussidi, assistenza socio-sanitaria, istruzione, edilizia popolare,
borse di studio, e tutto il comparto welfare, ovvero la possibilità
reale, pubblica, di sopportare le fatiche e il dramma di questa crisi,
vengono smantellati attraverso tagli e ridimensionamento della
cosiddetta spesa pubblica.
Tutto questo mentre scuole e ospedali cadono a pezzi, mentre si
prevedono oltre 100.000 disoccupati tra il 2012 ed il 2013, mentre
Torino diventa la capitale nazionale degli sfratti per morosità.

Ma di tutto questo, chi comanda Torino, pare non preoccuparsi.
Il sindaco Fassino continua imperterrito a tessere le lodi di questa
amministrazione, l’amministratore delegato Passoni continua sereno
ad operare tagli ai servizi senza la benché minima opposizione
politica, Chiamparino è oggi il tronfio presidente della Fondazione
S.Paolo che decide ed orienta le politiche di sviluppo cittadino e la
sua banca di riferimento continua a stabilire le politiche economiche
di Torino in barba ad ogni parvenza di democrazia.

C’è un’altra faccia della medaglia, però. La scorsa primavera con le
mille vertenze, lo scorso primo maggio con la cacciata del sindaco,
hanno dimostrato che esiste un’altra città, attraversata da
centinaia, migliaia di persone che hanno deciso di non abbassare la
testa e di non accettare passivamente il quotidiano saccheggio della
propria vita.

Esiste un’altra Torino che vede aldilà della disperazione, della
sofferenza e della disillusione; che si riconosce in quelle piazze che
da Madrid ad Atene, dalla Tunisia agli Stati Uniti, reclamano a gran
voce diritti e giustizia sociale per tutti e tutte; che sa di far
parte di quel 99% calpestato dall’ingordigia dell’1%; che vuole
riappropriarsi dei propri bi-sogni e del proprio futuro.

E’ a questa parte di città, a queste donne e uomini, che rivolgiamo
l’appello a partecipare ad un’assemblea cittadina per mettere in
relazione esperienze singole e collettive di resistenza all’austerity.
Un primo momento per confrontarsi in vista delle mobilitazioni europee
e nazionali, un’occasione per pensare una rete sociale metropolitana
contro la crisi.

GIOVEDI’ 8 NOVEMBRE 2012- ORE 21.00 @ Convitto Umberto I – Via Bligny 1, Torino

Con la verdi15 per il diritto all’abitare!

 Il collettivo Prendocasa Torino esprime la sua piena solidarietà alla verdi15 occupata appena sgomberata e a tutti e tutte coloro da oggi senza un tetto.

Dagli sfratti agli sgomberi la risposta che l’amministrazione cittadina continua a dare alle esigenze abitative della sua popolazione è sempre la stessa: polizia, cariche e denunce.

Ancora una volta un problema sociale vuole essere ridotto a mera questione di ordine pubblico.

Questa mattina (30/10), intorno alle 10.00, la polizia è entrata nella residenza occupata di Via Verdi 15. Gli studenti e le studentesse sono stati malmenati e fermati, mentre le forze dell’ordine provvedevano allo sgombero delle stanze.

La Residenza era stata occupata quasi un anno fa per dare una risposta a tutti quegli studenti e studentesse che, nonostante avessero diritto ad una stanza nei vari collegi universitari, si sono trovati “in mezzo ad una strada” a causa dei tagli all’EDISU voluti anche dal Presidente della Regione Cota.

Ancora una volta la risposta delle “istituzioni” non si è fatta attendere e, come succede ormai quotidianamente per gli sfratti, manganelli e cariche violente sono stata la risposta.

Anche quella degli occupanti e degli studenti non si è fatta attendere, e già dopo pochissimi minuti dall’irruzione alla Verdi da parte delle forze dell’ordine, la solidarietà è arrivata e la rabbia è cresciuta insieme alle persone, come dimostrano le numerose testimonianze.

Come Collettivo Prendocasa esprimiamo tutta la solidarietà ai feriti, ai fermati e ai resistenti, la lotta e la resistenza pagano e prima o poi ci riprenderemo tutto!

Migliaia di persone in piazza per il Gabrio. Nuova occupazione in quartiere San Paolo!

Oggi pomeriggio un migliaio di persone  hanno attraversato il quartiere San Paolo di Torino in solidarietà alla campagna I love Gabrio promossa dall’omonimo centro sociale  sotto sgombero da parte del Comune di Torino utilizzando la presenza dell’amianto nello stabile (peraltro messo in sicurezza unicamente delle e dagli occupanti in questi anni a proprie spese) come pretesto.

Il corteo è partito da piazza Sabotino e da lì ha attraversato tutte le occupazioni presenti in quartiere,via muriagliovia frejuscasa bianca occupata ormai dal 2008 , il 34 occupato, tutte occupazioni a scopo abitaivo frutto del  coordinamento dello sportelo caza di zona san paolo che da diversi anni opera all’interno del centro sociale Gabrio. Tra gli spezzoni partecipanti al corteo anche delegazioni di occupanti da Alessandria ed Asti, le famiglie delle diverse occupazioni, gli occupanti della verdi 15  ed anche un nutrito spezzone delle palestre poplari presenti in città nei centri sociali Gabrio ed Askatasuna

A conclusione del corteo è stata occupata un enorme struttura comunale ceduta dal comune ad un fondo di investimento in cui compaiono  i nomi arcinoti di Tronchetti Porvera &co  che ovviamente sarà la prossima speculazione in quartiere con la demolizione completa della struttura per creare nuovi alloggi, un nuovo centro commerciale in cambio unicamente di un minima quota lasciata in edilizia convenzionata.

Questa occupazione, in cui in serata si terrà un concerto benefit per le spese legali degli arrestati del G8 genovese, vuole essere un primo passo di denuncia verso la gestione speculativa e di svendita delle proprie strutture da parte del comune e iniziare col quartiere stesso un percorso di riappriazione di quell’enorme spazio.

da infoaut