Assolti i due imputati per la resistenza allo sfratto di Patrizia!

Assoluzione in primo grado perché il fatto non sussiste.

Così si è espressa oggi la giudice del Tribunale di Torino nei confronti dei due imputati che il 14 giugno 2011 si opposero allo sfratto della famiglia di Patrizia, insieme al collettivo Prendocasa, studenti e studentesse, abitanti del quartiere di Lungo Dora Voghera e alla famiglia sotto sfratto.

I reati di resistenza aggravata e lesioni sono caduti di fronte all’inattendibilità delle versioni fornite dagli agenti di polizia che quel giorno presero parte alle cariche sotto la casa di Patrizia ma, fatto ancora più grave, è che i verbali del rinvio dello sfratto ottenuto grazie alla resistenza di quanti/e quel giorno erano presenti per supportare la famiglia,  sono spariti, introvabili, dissolti nel nulla.

Verbali che dovrebbero essere conservati in appositi registri negli uffici preposti, come prova dell’agire dell’ufficiale giudiziario che si appresta ad eseguire o meno uno sfratto.

In merito a questo vale la pena sottolineare e ricordare che quel giorno, il 14 giugno del 2011, alle prime ore del mattino erano presenti solo le forze dell’ordine (alcune camionette per un totale di 50 agenti in tenuta antisommossa), la famiglia all’interno dell’appartamento e alcuni giovani studenti insieme al collettivo Prendocasa. Nessun ufficiale giudiziario, l’unico che può eseguire uno sfratto e darne l’esecuzione o la sospensione. Motivo per cui i verbali sono stati fatti sparire… questo ci dà la misura di come vengono “gestite” queste tipo di operazioni.

Altro dato da sottolineare è come ormai l’emergenza abitativa, il disagio sociale che le famiglie vivono quando perdono la propria casa per colpa della crisi, delle speculazioni in atto, dell’assenza di politiche abitative concrete in grado di sopperire ad un’emergenza sempre più in crescita, venga trattata come mera operazione di ordine pubblico attraverso l’uso della forza dei reparti antisommossa della questura torinese.

A tutto questo ci vogliono risposte che ad oggi le istituzioni non sono in grado di dare, troppo impegnate a dover dribblare scandali di questo o quel parlamentare, troppo impegnati a mantenere i propri privilegi di casta.

Le risposte non sono, ovviamente, le sentenze di assoluzione come quella di oggi.

Ne prendiamo atto ma non ci basta: le risposte sono le tante occupazioni ad uso abitativo e le resistenze agli sfratti che stanno proliferando nella nostra città.

 

Collettivo Prendocasa Torino

Sostieni Luca, licenziato perché NOTAV

100web_banner_donateLuca è stato arrestato il 26 gennaio insieme ad altri NOTAVper avere difeso la nostra terra e il nostro futuro.Benchè privato della sua libertà, Luca insieme ad altri detenuti NOTAV, ha partecipato a delle proteste per rivendicare i diritti negati all’interno del carcere delle Vallette (in particolare veniva contestata la riduzione delle ore di socialità e d’aria, che spettano ai detenuti per legge, nonché la natura fortemente restrittiva di quelle concesse). Gli sviluppi di queste proteste hanno portato a delle ulteriori misure repressive dei NOTAV e alla loro dispersione in diverse carceri piemontesi.Ormai da tre mesi Luca si trova rinchiuso nel carcere di Ivrea e fino ad oggi non è dato sapere ancora per quanto tempo. Anche qui continua a tenere alta la testa e a ribellarsi davanti alle ingiustizie.articolo_24_incontro

Il 05 aprile gli è stata recapitata da parte della Cooperativa Incontro per cui lavorava la lettera di licenziamento. Nella raccomandata che ha portato la cooperativa a prendere la decisione di licenziare Luca, viene citato l’art. 24 dello regolamento interno della cooperativa, peccato che citando testualmente tale articolo, di cui riportiamo la scansione, si legge: “(…)dopo il terzo grado di giudizio(..)”  ed avrebbe dovuto prima ricevere una sospensione mai ricevuta.

E’ facile comprendere come il caso di Luca non rientri in nessuna delle ipotesi citate dall’articolo ed è ancora più semplice giungere alla conclusione che il licenziamento abbia un unico scopo: quello di fare fuori un “personaggio scomodo” per continuare a perseguire i loro obiettivi.

La Cooperativa Incontro, che lavora nell’ambito sociale e gestisce comunità alloggio sia per minori che per adulti, oltre ad altre attività esterne, infatti, già da quasi due anni aveva messo Luca e altri soci lavoratori in cassa integrazione, e negli ultimi mesi aveva smesso di pagare gli stipendi ai dipendenti. Per far fronte alla “crisi” in cui versava la cooperativa dal mese di dicembre circa è stata messa in liquidazione ed è stata presa in “affitto” dal Margine che però ha deciso di non farsi carico dei debiti che la cooperativa Incontro aveva nei confronti dei dipendenti e soci, ma semplicemente ha assorbito i vecchi dipendenti sottoponendoli al “ricatto” di assumerli solo se rinunciavano ai loro stipendi arretrati, lasciando che questi stipendi mai pagati continuassero ad essere a carico dell’Incontro.

alt

Luca essendo per ovvi motivi impossibilitato a presenziare alle assemblee decisionali è stato tenuto fuori da tutti questi giochetti ed è stato licenziato prima che tutti gli altri dipendenti e soci firmassero il nuovo accordo con il Margine. In questo modo ancora una volta gli è stata negata la possibilità di scelta, perché qualcun altro ha deciso per lui!

In tutti questi “giochetti” anche la nostra cara amministrazione comunale ha fatto la sua parte:  uno dei motivi per cui le cooperative attualmente (vedasi tutte le proteste da parte degli operatori sociali che sono nate in queste ultime settimane) si trovano in difficoltà economica è proprio perché hanno contratto milioni  di euro di credito nei confronti del Comune di Torino che si è reso insolvente e non ha pagato e continua a non farlo i servizi di cui ha usufruito!

Affinchè Luca non si trovi a dover gestire da solo tutto quello che comporta in questo periodo di crisi un licenziamento e le ovvie conseguenze che ne scaturiscono, nasce questa campagna informativa e di raccolta fondi necessari a sostenere le spese di Luca, essendo ancora ingiustamente recluso.

E ancora una volta chiediamo ad alta voce: libertà per tutti i NOTAV ancora rinchiusi o sottoposti a misure restrittive!

Si parte e si torna insieme, Luca libero!

Per le donazioni abbiamo aperto una carta PostePay su cui potete donare quanto volete:

Numero Carta: 4023 6006 2468 9420

Intestata a: Pier Paolo Pittavino

Potete donare anche via paypal

 

Luca libero, liber* tutt*!

A svegliarci presto ci siamo abituati, Luca compreso, lo abbiamo sempre fatto in questi anni per opporci agli sfratti delle numerose famiglie che abbiamo difeso da quando abbiamo iniziato il progettto PrendoCasa.

Immagino quindi il piacere che i numerosi poliziotti e digossini che costringevamo ad alzarsi presto  per difendere gli sporchi interessi di speculatori immobiliari e affaristi abbiano incontrato ieri mattina nel rendere a Luca la cortesia nell’ambito della vergogosa macchinazione mediatica  a “danno”, cosi’ sperano loro, del movimento NOTAV.

L’aria serena ed il sorriso stampato ieri sulla faccia di Luca che ammanettato veniva fatto uscire di casa e’ la migliore risposta. “Lo facciamo per dovere non per fare spettacolo” dichiara in quel momento un confortante digossino, ma nel frattempo le foto di preavvisati giornalisti gia’ riempiono i media mainstream con selezione peraltro variabile nel corso della mattinata rimuovendo le foto dei sorridenti arrestati non appena si scovano foto piu’ “cupe”.

La migliore risposta l’hanno data le ottomila persone che ieri sera hanno invaso Bussoleno senza piangersi addosso ma anzi  rinvigorendo la lotta con un fiorire di iniziative gia’ pianificate cosi’ come e’ avvenuto e sta avvenendo in tuttt’italia e non solo.

Continueremo a lottare certi che Luca e tutti gli/le arrestat* saranno fra’ noi non appena scemi questa assurda mess’inscena!

TUTTI E TUTTE LIBER*!

prendocasa torino

Per il compagno Michele

Quando ci si mette la faccia, quando con passione ci si dedica ad una
causa sociale e politica, il potere ed i suoi servi fanno di tutto per ostacolarti e qualche volta capita che si uccida.
Questo è quello che è successo a Michele compagno ucciso , per mano della polizia, a Milano durante un “operazione di controllo”.
Michele era un compagno che con determinazione si batteva per il diritto alla casa. Una passione nel far politica che,anche senza conoscerci personalmente, ci accomuna nelle resistenze agli sfratti, contro gli speculatori, nella lotta contro le istituzioni incapaci di risolvere un emergenza sociale politica abitativa.
Michele era uno di noi perché nella lotta vedeva l’unico mezzo di rivendicazione sociale, l’unica vera soluzione possibile alle logiche di profitto.
Come Progetto PrendoCasa Torino parteciperemo alla fiaccolata di venerdi sera a Milano, portando con noi la giusta rabbia per un compagno ucciso dalla polizia di stato.

Verità e giustizia per Michele! L’unica sicurezza: diritti per tutti, non quella degli sceriffi!

altNel mezzo delle case popolari tra Corvetto e Molise Calvairate, ieri sera, è morto Michele. O meglio, è stato morto nel corso di un’ operazione di polizia di quelle che servono a garantire la “sicurezza” nella Milano che eredita due decenni di politiche securitarie e liberticide.

Una “esemplare” operazione di Polizia che come troppo spesso accade si conclude con un morto innocente. Questa è la loro sicurezza: fatta di abusi di potere, vergognosi pestaggi, omertà, impunità per chi porta la divisa.

Michele era un abitante delle case popolari: stava dalla parte della vera sicurezza, quella dei diritti per tutti, compresi i più deboli; probabilmente, se fosse stato un abitante di Corso Vercelli o Corso Como la polizia si sarebbe comportata in modo molto diverso. Per mascherare il diverso trattamento, già troppe bugie trasformano la realtà: lo chiamano ubriacone, delinquente, ma i precedenti per resistenza a pubblico ufficiale di cui parlano i giornali sono i presidi antisfratto, occasioni in cui Michele era disposto a mettersi in gioco in prima persona affinchè non venissero buttate in mezzo ad una strada persone che cercavano semplicemente una vita dignitosa per se stessi e le proprie famiglie.

Questa non è sicurezza, è una guerra contro le persone: loro vogliono la sicurezza di realizzare la Tav nonostante la contrarietà di chi abita quel territorio, vogliono la sicurezza di poter picchiare indiscriminatamente senza che qualcuno metta in discussione la legittimità delle loro azioni.

Alla faccia di chi strilla “padroni a casa nostra”, l’unica ricetta che propongono è la militarizzazione dei territori, dei quartieri popolari come della Val Susa: ieri un autoblindo dei Carabinieri ha ucciso una donna in Val di Susa, investendola. Questa notte a Milano una pattuglia di Polizia ha ammazzato un uomo. La sicurezza parte invece dai diritti, il diritto ad una casa per esempio e anche dal fatto che nei quartieri le persone costruiscano relazioni, reti solidali e autogestite, la periferia non puo’ essere trattata come un far west in cui si esercitano governanti-sceriffi.

Chiediamo con forza di chiarire subito la dinamica dei fatti e soprattutto le responsabilità nella morte di Michele, esigiamo verità e giustizia per l’ennesima morte assurda, morte che arriva per mano di uno stato che è forte con i deboli e debole con i forti. Non lo dimenticheremo…

 

Appello per non dimenticare. Verità e giustizia!

VERITA’ E GIUSTIZIA PER MICHELE
Michele era attivo nei movimenti di lotta per la casa, in difesa degli occupanti per necessità.

Con lui perdiamo un compagno e un amico prezioso e generoso, aperto e disponibile con tutti.

Era intervenuto per sedare una rissa. Per tutta risposta la polizia, anziché calmare gli animi, si è ingiustamente e violentemente accanita contro Michele, che è morto in conseguenza dei maltrattamenti.

E’ questo il modo in cui la polizia crede di mantenere la sicurezza nei quartieri? Con la violenza, la repressione, la morte di un uomo giusto?

Esigiamo che le istituzioni, a partire da quelle di zona fino al Municipio, facciano giustizia e contribuiscano alla verità, per far luce su questo episodio di violenza da parte delle forze dell’ordine.

Questo sarà il nostro primo impegno.

Michele, sei uno di noi. Eri impegnato come tanti uomini, tante donne, tante realtà della zona per renderla più giusta e vivibile.

La tua lotta è la nostra lotta. Questo sarà il nostro secondo impegno.

 

Rimani aggiornato a breve info su mobilitazioni – da Cantiere.org

Sostegno ai compagni di PrendoCasa Torino

Prendocasa Modena intende esprimere la sua solidarietà ed il suo appoggio ai compagni di Torino che, nella giornata di ieri, hanno opposto resistenza attiva a uno sfratto nel quartiere che ospita il CSOA Askatasuna.

Uno sguardo di ammirazione va ai compagni di Prendocasa Torino che hanno saputo tessere una soggettività di quartiere sensibile alla questione degli sfratti, che ha portato numerose persone e e famiglie a rafforzare la presenza della famiglia sotto sfratto e dei ragazzi del progetto Prendocasa.

Intendiamo anche esprimere la nostra indignazione nell’apprendere la notizia del pestaggio e del fermo di due compagni che si trovavano al presidio di lungo Dora Voghera.

Inutile ribadire come, in città, come Torino, Pisa e Modena amministrate da maggioranze di centro sinistra, la risposta al problema abitativo sia sempre la stessa: sfratti e manganelli.

Riteniamo invece, necessarie azioni politiche concrete che possano dare risposte più immediate alle famiglie che si trovano nelle medesime condizioni della famiglia torinese che, solo grazie alla lotta è riuscita a mantenere il proprio diritto ad avere una casa, contro le logiche di speculazione tanto care alla politica istituzionale tanto di destra quanto di sinistra.

 

Progetto Prendocasa Modena

La casa è un diritto, gli sfratti devono essere impediti

Questa mattina a Torino in lungo Dora Voghera un tentativo di sfratto da parte delle forze dell’ordine ha incontrato la resistenza di numerosi giovani che si sono opposti allo sgombero ed hanno concretamente difeso il diritto alla casa della famiglia di Patrizia, madre di due bambini

Due giovani del Collettivo Prendocasa sono stati duramente malmenati e fermati dalla Polizia, che è intervenuta pesantemente senza neanche attendere l’esito di una richiesta di rinvio avanzata dai legali che tutelano le famiglie colpite dagli sfratti.

Un rinvio che è stato poi accordato per qualche mese, dimostrando che la solidarietà e la difesa concreta dei diritti sociali è la sola strada che porta a risultati, anche quelli temporanei come stamane. Si tratta ora di renderlo permanente, affermando il diritto per tutte le famiglie colpite dalla crisi di vedere assicurato un bisogno primario come l’abitazione.

Alla famiglia di Patrizia ed ai militanti del Collettivo Prendocasa va la solidarietà e la fratellanza della Confederazione Cobas.

14.06.2011 Confederazione Cobas Torino

 



Una giornata da ricordare

Comunicato di prendocasa-torino sul tentato sfratto esecutivo di oggi (14/06/2011).

La giornata di oggi ha un valore molto importante per noi compagni e compagne del progetto prendocasa-torino.
Oggi abbiamo avuto la chiara dimostrazione di come solo la lotta paga e porta dei risultati tangibili. Stamane compagni e compagne presidianti la casa di Patrizia con la sua famiglia sono stati svegliati all’alba (ore 6:00) dall’irruzione nel palazzo delle forze dell’ordine con il chiaro intento ed il mandato per sgomberare.
Ogni possibile alternativa sembrava ormai tramontata. Il blitz ha avuto come immediata conseguenza prima il barbaro pestaggio e poi il fermo di due nostri compagni in seguito denunciati per resistenza e lesioni ( in due contro diverse decine) a pubblico ufficiale. La prontezza delle compagne nel barricarsi immediatamente dopo dentro casa ha evitato che la giornata avesse un epilogo diverso portando anzi un notevole risultato. La famiglia infatti non solo non si trova in mezzo ad una strada ma vede un rinvio fino a fine settembre con l’impegno (firmato) da parte dell’assessorato alla casa a collaborare nel trovare una soluzione alternativa.

Oltre un anno di rinvii di mese in mese hanno garantito alla famiglia di stare sotto un tetto, ma soprattutto, grazie al protagonismo di Patrizia, hanno saputo rendere pubblica la vicenda evitando l’isolamento e il tentativo di marginalizzazione operato  dalle istituzioni che sempre più cercano di spostare tematiche e problematiche prettamente sociali e politiche su di un piano assistenziale e di marginalità sociale ( si veda ipotesi di separazione del nucleo familiare e sistemazione in ostelli per madre e figlie) spesso ricorrendo anche ad un vero e proprio ricatto morale minacciando di togliere la custodia delle figlie alla madre.

Questi ricatti, questa volta, non hanno funzionato.

Patrizia ha regalato a tutti e tutte  una lezione di dignità, coerenza e determinazione di cui c’è un gran bisogno nella società odierna soprattutto in opposizione  alla tecnica del piagnisteo e dell’autocommiserazione tanto utilizzata dalle sinistre (radicali?) parlamentari e non, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Come sportello e progetto prendocasa siamo orgogliosi di aver accompagnato questa famiglia in quest’anno di lotta e rivendicazione certi che nessun altra strada sarebbe stata percorribile e soprattutto che nessun altro metodo avrebbe potuto ottenere risultati simili.

Ci spiace per le forze dell’ordine e l’ufficiale giudiziario partiti stamane all’alba per sgomberare una famiglia e garantire il diritto alla speculazione e alla rendita di chi vuole approfittare di queste situazioni: la vostra legalità dietro cui vi nascondete ha perso di fronte alla determinazione ed alla legittimità della lotta per il diritto alla casa.

La lotta continua…

 

Solidarietà a Prendocasa e Guernica

COMUNICATO PRENDOCASA-TORINO

Il doppio sgombero di questa mattina dello Spazio Guernica e l’ex scuola di Marzaglia (prendocasa – Modena), sono l’unica risposta che le istituzioni modenesi sono in grado di dare a chi è stanco della loro incapacità di rispondere ai bisogni reali dei cittadini e scopre così il suo vero volto.
Il Progetto Prendo Casa Torino esprime piena solidarietà non solo ai compagni e alle compagne del Progetto Guernica ma anche alle famiglie che con coraggio e determinazione occupavano l’ex scuola Marzaglia.
Il continuo attacco al redditto messo in atto dai padroni, con l’avvallo delle politiche di governo, insieme ai sindacati gialli sempre pronti ad appiattire l’incompatibilità sociale, vede nell’occupazione l’unica vero percorso di rivendicazione per il diritto alla casa, un atto politico capace di mettere in evidenza le problematiche abitative e la mancanza di politiche sociali in grado di rispondere all’emergenza abitative che cresce , non solo a Modena ma in tutto il paese.
La vostra lotta esprime con forza il disagio di tante famiglie che oggi vivono l’incubo degli sfratti, dei pignoramenti delle case, ma soprattutto esprime l’esempio di fronte alle politiche di impoverimento sociale messe in campo dalle cricche di potere.
La lotta comune per il diritto all’abitare, ci vede vicino alle famiglie sgomberate.

CASE PER TUTTI/E

Ascolta l’intervista ad Enrico di Prendocasa-Modena:

 

 

SOLIDARIETÀ A CHI LOTTA E A CHI RESITE!

LA CASA È UN DIRITTO

 

L’uso della forza da parte delle istituzioni torinesi di oggi nei confronti di un inquilino vittima della crisi finanziaria in corso rappresenta un grave precedente nella nostra città.

Ancora una volta, quando si è incapaci di rispondere politicamente ad un problema sociale in evidente ascesa, si risponde con l’uso del manganello. Chiaro il tentativo di intimidazione a tutte le istanze che nella nostra città e non solo stanno costruendo percorsi alternativi di resistenza e riappropriazione sul terreno del redditto e del diritto all’abitare. Poco efficace, crediamo, la pratica a meno di voler mobilitare un simile esercito di divise (oltre 10 camionette presenti oggi tra carabinieri e polizia più altri mezzi) per ognuno degli oltre tremila sfratti esecutivi che ogni anno si danno nella nostra città.

Le stesse istituzioni che in pochi giorni riescono a reperire le finanze necessarie a supportare e contribuire ai bombardamenti al di là del mediterraneo, non riescono in decenni di politiche abitative propagandate a gran voce a mezzo stampa a far fronte ad una delle esigenze fondamentali di ogni individuo: quello di un tetto sotto cui vivere.

Il progetto prendocasa-torino esprime la massima solidarietà allo sportello casa sanpaolo, a Peppe e a tutte e tutti coloro che oggi hanno messo i propri corpi a difesa di questa ennesima vergogna perpetrata dal sempre crescente numero di poliziotti in doppiopetto pagati dalle nostre amministrazioni.

 

La casa è un diritto… guai a chi lo tocca!

 

Rilanciamo con l’occasione l’appuntamento a domani 30 marzo 2011 per un’altra giornata di resistenza in difesa del diritto all’abitare in lungo dora voghera 120 al fianco di Patrizia e della sua famiglia.

 

Per un breve resoconto della giornata:  http://prendocasa-torino.noblogs.org/post/2011/03/29/san-paolo-militarizzata-per-uno-sfratto/

A breve aggiornamenti e maggiori dettagli su: http://il-legale.noblogs.org/

 

Prendocasa-Torino