UNITI CONTRO GLI SFRATTI!

13-03-2013-17Come già avevamo annunciato oggi 13 marzo, in via Orvieto 8, è avvenuto il terzo accesso dello sfratto di Angela.

Dopo aver montato un presidio, siamo venuti a conoscenza che un’altra madre, all’interno dello stesso palazzo, avrebbe avuto l’accesso: Liliana. Le storie di queste due donne si assomigliano: anche Liliana, dopo aver perso il lavoro, si è vista negare l’emergenza abitativa e proporre come soluzione quella dell’ housing sociale a pagamento. Ovviamente lei, preferendo pensare al sostentamento dei figli, ha cominciato a non pagare più l’affitto e a rifiutare l’”offerta”.

Nell’arco della mattinata, altre tre persone dello stesso stabile si sono rivolte a noi per problemi analoghi, condividendo la stessa rabbia e sdegno che accomunano Angela e Liliana e confermando tutte le situazioni poco chiare inerenti ad un affitto che dal 2006 è inspiegabilmente aumentato di quasi 300 euro. La situazione del palazzo di via Orvieto 8, appare chiaro, è la dimostrazione di come palazzinari ultra arricchiti riescano a fare i loro comodi sulle spalle degli inquilini non incorrendo ad alcuna conseguenza.

Prima ancora che arrivasse l’ufficiale giudiziario, sono giunti al presidio tre agenti della digos, giustificando la loro intromissione causa della nostra presenza lì, che implicava il bisogno di un intervento di ordine pubblico. Gli agenti, minacciando di andare a prendere di persona l’ufficiale giudiziario, sono stati allontanati dai compagni e le compagne presenti, mentre alcuni si sono chiusi in casa con le sfrattate.

Verso mezzogiorno la digos e l’ufficiale giudiziario sono tornati. Mentre erano in corso le trattative per la proroga dello sfratto tra compagni/e e digos ci sono stati spintoni per impedire agli agenti di entrare nel condominio e anche gli inquilini del palazzo hanno reagito con forza, non riconoscendo il lavoro della polizia come servizio per i cittadini, ma piuttosto come l’ennesima difesa degli interessi del loro strozzino.

Gli sfratti sono stati prorogati di un mese (16 aprile) per Angela e tre mesi (16 giugno) per Liliana. Ma quel che è ancora più positivo è che gli inquilini dello stabile ci hanno manifestato la necessità di organizzarsi tra di loro per far fronte ad una situazione ingestibile di invivibilità nel condominio. Hanno assunto la consapevolezza che da soli non riusciranno mai a risolvere questa situazione, ma organizzandosi, agendo insieme, la possibilità c’è.

Come collettivo Prendocasa noi saremo pronti ad aiutarli e a resistere ancora una volta ai futuri accessi di Angela e Liliana e di chiunque sia convinto che la casa è un diritto su cui non si specula e per cui vale la pena resistere con le unghie e con i denti.

 

Ma se ce la togliete ce la riprenderemo!

Sfratti a sorpresa e arresti

Torino_Preoccupati per le numerose resistenze contro gli sfratti, la questura e ufficiali giudiziari giocano d’anticipo…

stop_sfrattiIn Borgo San Paolo una famiglia resiste allo sfratto da qualche mese. Grazie ai vari rinvii, ottenuti tramite le resistenze della famiglia insieme allo sportello casa di zona san paolo, l’esecuzione dello sfratto doveva avvenire il 19 marzo ma l’ufficiale giudiziario e la questura torinese giocano d’anticipo per evitare di trovarsi di fronte all’ennesima resistenza che avrebbe creato dei problemi ad eseguire lo sfratto. Il tutto avviene sotto silenzio, grazie ad una ordinanza del Tribunale che da il via libera all’esecuzione immediata avvenuta il 7 marzo.

In Borgo Vittoria situazione analoga ieri mattina 11 marzo: picchetto antisfratto sotto l’abitazione della famiglia che attende l’ufficiale giudiziario il quale non si presenta ma comunica per telefono alla famiglia che lo sfratto non verrà eseguito e che sarà il giudice a decidere quando il nuovo accesso ma senza nessun preavviso. La minaccia di usare la strategia dello sfratto a sorpresa porta il picchetto antisfratto ad occupare l’ufficio notifiche esecuzioni, base degli ufficiali giudiziari.

L’arrivo di volanti e agenti in borghese costringe gli occupanti a radunarsi nel cortile per essere identificati. Intanto una parte del presidio fuori dagli uffici viene caricato. A fine giornata si conteranno dieci fermi dei quali sette rilasciati e tre trattenuti in questura fino a questa mattina.

Notizia di questa mattina è che la detenzione in questura si è tramutata in arresti. Le tre compagne arrestate sono state portate al carcere delle Vallette in attesa della conferma o meno della convalida di arresto.

Intanto questa mattina un altro sfratto è stato rinviato in via Lombroso, grazie al picchetto resistente costituito dalla famiglia sotto sfratto insieme allo sportello casa di San Salvario.

da infoaut

Mercoledì 13 Marzo Resistenza allo sfratto in Via Orvieto 8. Noi stiamo con Angela!

sfratti Il caso di Angela, davanti al quale ci troviamo di fronte, è l’ennesimo esempio della situazione che un numero sempre maggiore di uomini e donne si trova a fronteggiare.

Quello di Via Orvieto 8 è un palazzone di 22 piani interamente di proprietà di un dirigente d’impresa, un vero e proprio strozzino che noncurante del peso della crisi che le persone sono quotidianamente costrette a pagare pensa bene di approfittare ancora aumentando negli anni gli affitti ed esigendo spese condominiali esorbitanti per servizi di cui i condomini non vedono nemmeno l’ombra; un palazzinaro già denunciato poiché cercò di far pagare l’IMU agli inquilini del palazzo, dove già sono avvenuti altri sfratti per morosità.
E’ in questo scenario che si connota il caso di Angela, operaia cassaintegrata con gravi problemi di salute e due figli a carico, che si è trovata impossibilitata nel pagare ancora un affitto troppo alto. Successivamente alla sua ingiunzione di sfratto nel Novembre 2011 nonostante il suo reddito minimo le è stata negata l’emergenza abitativa a causa delle norme fissate che impongono un calo del reddito certificato pari o inferiore al 50% del reddito precedente, condizione che difficilmente si viene a verificare, lasciandola nella condizione di cercare di andare incontro al proprietario del palazzo continuando a versare fino a Maggio con sacrificio quello che le era possibile, senza ovviamente ottenere risultato.

Il 27 Febbraio Angela ha subito il secondo accesso da parte dell’ufficiale giudiziario; dopo la vigliaccheria di chi guadagna sulle spalle delle persone speculando sulla casa, seguono le bugie delle istituzioni, che in quella giornata ha rinviato lo sfratto di soli 15 giorni, al 13 Marzo, col contentino di un “progetto” pensato per lei da parte del comune, che altro non è che la sistemazione in una casa-albergo che Angela dovrà comunque pagare.

Noi non accettiamo lo strozzinaggio di figuri interessati più all’ opulenza delle proprie tasche che alla dignità della persona, noi non ci stiamo ai ricatti di un’amministrazione comunale troppo occupata nella costruzione di opere fatiscenti e inutili che non al far sì che la città sia a misura dei bisogni di chi la città la vive.
Per questo invitiamo tutti e tutte assieme a noi Mercoledì in Via Orvieto 8, al fianco di Angela, a resistere!

La casa è un diritto, e se non ce la daranno, ce la prenderemo!

Collettivo Prendocasa Torino

Un altro sfratto rinviato

via_poliziaTorino_Ieri, 29 gennaio 2013, un’altra famiglia di PROLETARI ha rischiato di essere sfrattata dall’ appartamento in cui vive.
Un appartamento in PESSIME CONDIZIONI, (dove l’impianto elettrico non è a norma di legge e le infiltrazioni di umidità in tutte le stanze stanno consumando a poco a poco tutti i muri) affittato ad altissimo canone di locazione, da un PADRONE DI CASA, che ha come unico e solo scopo: SPECULARE sull’emergenza ABITATIVA delle persone più deboli e quindi più RICATTABILI.

Noi di RISCOSSA PROLETARIA, come Sportello ANTISFRATTO di BORGO VITTORIA, ALLE ORE 6.30 di questa mattina, ci siamo recati presso l’abitazione di Sadraoui, dove abbiamo resistito con la sua famiglia allo sfratto, riuscendo a far avere un rinvio di 2 mesi e mezzo.

La pratica della RESISTENZA POPOLARE CONTRO GLI SFRATTI funziona, INFATTI ALCUNI passanti SOLIDALI si sono uniti al picchetto, gente comune, che oggi sta riscoprendo un valore importante LA SOLIDARIETA’ DI CLASSE!!!

L’appello che lanciamo è di UNIRCI, PER RESISTERE AGLI ATTACCHI DELLA BORGHESIA E DEI PADRONI, CHE HANNO COME SCOPO IL DIVIDERE I PROLETARI…
COSTRUIAMO INSIEME UN PERCORSO DI LOTTA DI CLASSE!!!

CONTRO GLI SFRATTI…. RESISTENZA POPOLARE!

Ma quali “soluzioni”, solo continue prese in giro da parte delle istituzioni

20130227_115637Un ennesimo caso di sfratto per morosità si è consumato il 27 febbraio in via Orvieto 8. Angela è una mamma sola, con due figli minorenni a carico, operaia in cassaintegrazione, con gravi problemi di salute e con solo 500 euro di reddito. Con questo scenario alle spalle è semplice comprendere perché le sia diventato impossibile pagare l’affitto. Dopo essersi vista negare l’emergenza abitativa ed essendo ancora in lista per le case popolari, nel novembre 2011, pochi giorni dopo un’ operazione chirurgica, le è arrivata l’intimazione di sfratto. Angela ha cercato di andare incontro al proprietario dell’alloggio, dirigente dell’ Immobiliare Pianel spa, versandogli quel che poteva fino al maggio 2012, ma i precedenti del suo strozzino avrebbero dovuto farla desistere: il palazzinaro, che possiede tutto il palazzo di 22 piani in via Orvieto 8, era già stato denunciato per aver cercato di far ricadere l’IMU sull’affitto degli abitanti del palazzo.
Con la scusa che il Comune avesse un “progetto” per lei, l’ufficiale giudiziario le ha posticipato lo sfratto di soli quindici giorni, il 13 marzo 2013. Contattati l’assessore Elide Tisi, indicataci dal geometra e l’ufficiale giudiziario come autrice del “progetto”, e gli assistenti sociali, che pare siano stati loro i promotori di questo, veniamo a scoprire che la soluzione pensata per Angela e i suoi figli sia quella di trasferirli in una casa-albergo. Angela dovrà però pagare per stare lì, perchè il suo reddito non è abbastanza basso. Questa è la conferma, ormai assunta, di quanto le politiche per la casa non siano in grado di assumersi la responsabilità di un’emergenza abitativa diffusa, trovando soluzioni “a metà” da affibiare a chi vede togliersi un diritto fondamentale quale il diritto all’avere un tetto sopra la testa.

Forti della solidarietà di amici e parenti di Angela, della morosità diffusa in tutto lo stabile e la presenza di un altro sfratto nel palazzo, il collettivo Prendocasa quindi rilancia la resistenza allo sfratto di Angela in data 13 marzo, via Orvieto 8.
Difendiamo insieme il diritto alla casa e a una vita dignitosa, blocchiamo gli sfratti!!

19 febbraio 2013: San Salvario dice No agli sfratti

Nuovo appuntamento anti-sfratto in san salvario il giorno 19 febbraio 2013. Un intero palazzo vuole essere sfrattato da un noto speculatore torinese Remo Ghirardi già noto alle cronache cittadine quanto sfruttatore di immigrati a cui non faceva il contratto e denunciava non appena le cose si mettevano male..

di seguito il volantino ed alcune interviste:

    CADE LA NEVE,NON SI FERMANO GLI SFRATTI 

 Anche nei giorni più freddi dell’anno palazzinari delinquenti non si fanno remore a sbattere la gente fuori di casa; é questo il caso di Rachid,che da 5 anni vive con suo padre e suo fratello minore in un appartamento di via saluzzo 43 e che per oggi,14 febbraio,ha ricevuto lo sfratto.
Rachid e i suoi,che non erano nemmeno in possesso di un regolare contratto ma solo della ricevuta consegna chiavi,devono lasciare la loro casa perche morosi,non pagano infatti l’affitto da 8 mesi,avendo sia lui che il padre perso il lavoro.
Questa è una situazione largamente diffusa  qui a  Torino, capitale di sfratti d’Italia, dove chi perde il lavoro e non riesce a pagare affitto e bollette viene buttato in strada, spesso ad aspettare inutilmente anni per una casa popolare dove vige la stessa legge:se non paghi sei fuori.
Le condizioni di questo palazzo in san salvario sono pessime: un’intera scala con gli appartamenti annessi è già stata chiusa qualche tempo fa perchè pericolante e dichiarata inagibile,luce che salta per settimane,sporcizia,latrine comuni sui ballatoi.
Il padre di Rachid ha persino lavorato non pagato per un periodo per il padrone di casa con la promessa che i soldi sarebbero stati scalati dall’affitto: il lavoro non è stato pagato e lui è stato sfrattato con i suoi figli.
Lo sfratto di Rachid non è l’unico qui in via saluzzo : è prevista una catena di sfratti tra questa settimana e quelle a venire;  il proprietario del palazzo infatti ha fretta di liberare gli appartamenti per poi vendere l’intero stabile.
Costui è peraltro noto a Torino  a causa di truffe a danni di per lo più extracomunitari cui affittava e subaffittava appartamenti,truffe per le quali è anche già stato incarcerato.
Mettendo in moto un processo di solidarietà reciproca nel palazzo e chiamando a raccolta amici e vicini Rachid ha deciso di resistere allo sfratto; vuole,come gli altri nella sua situazione,tempo per trovare un’altra sistemazione,almeno che passi l’inverno. Difendiamo insieme il diritto alla casa e a una vita dignitosa, blocchiamo gli sfratti!

 

Spagna: I fabbri non vogliono più collaborare:

hanno deciso di non accompagnare più gli ufficiali giudiziari

pamplona

«Non possiamo più essere complici»

 

Continua la lotta contro gli sfratti nei Paesi Baschi. Ad opporsi in maniera diretta questa volta sono i fabbri di Pamplona, nella Navarra. Di fronte alla costante degli sfratti che non accenna a diminuire nonostante il recente decreto legge, gli ingenti finanziamenti alle banche e le promesse del governo per rassicurare la popolazione, gli sfratti aumentano non solo nei Paesi Baschi ma in tutta la penisola. A testimoniare una situazione così drammatica le molte famiglie che nelle ultime settimane hanno manifestato per il diritto alla casa e contro gli sfratti, conseguenza diretta delle ipoteche imposte dalle banche, indiretta per coloro che non riescono più a pagare l’affitto o a sostenere il debito vitalizio contratto con le banche.

Di fronte a tutto questo, da due settimane circa, l’Assemblea dei fabbri professionisti ha deciso di non collaborare nei casi di sfratto, non cambiando serratura e permettendo agli sfrattati di rientrare in casa. Una decisione scaturita dalla consapevolezza che i procedimenti giudiziari sono sorretti da una legge che ha come unico obiettivo la distruzione di ogni condizione di sopravvivenza. Ma a costituire un dato rilevante in questa questione è la rappresentatività di tale assemblea. All’interno di essa infatti vi sono la quasi totalità dei fabbri professionisti tra imprese e autonomi del settore. Un collettivo che ha presentato in maniera unitaria, attraverso una conferenza stampa con fabbri e famiglie, la decisione determinata di non essere più complici con le politiche criminali del governo. In un clima di continui e crescenti sfratti – nel 2012 nella zona intorno Pamplona ne sono stati effettuati circa 700 – anche altri fabbri della penisola hanno annunciato che cominceranno a seguire l’idea dei colleghi di Pamplona… Una notizia che fa ben sperare emostra come la crisi può anche aprire risposte collettive e improntate alla solidarietà.

La resistenza continua…anzi si espande

Ennesima giornata di resistenza agli sfratti oggi a Torino conclusasi con un rinvio al 19 Febbraio.
In una città sempre più schiacciata dai debiti e con Istituzioni che non riescono a dare risposte concrete alle famiglie in difficoltà ecco che la resistenza agli sfratti diventa l’unica strada percorribile per affrontare queste situazioni.
Dopo Vanchiglia, San Paolo e Barriera anche San Salvario inizia a resistere grazie ad Hassam e i suoi 2 figli che hanno deciso di rispondere allo sfratto arrivato per morosità incolpevole dovuta ad assenza di reddito causata da una malattia che non gli permette di lavorare.
Oggi abbiamo ottenuto un rinvio al 19 Febbraio, giorno in cui torneremo a difendere Hassam, la sua famiglia e il diritto alla casa per tutti perchè, come detto precedentemente, la resistenza continua….anzi si espande.

BASTA SFRATTI
BASTA SGOMBERI

COLLETTIVO SAN SALVARIO

Un altro sfratto evitato

Torino_Fatima e Bolila Noliar Abdalazia sono una coppia di marocchini di 55 e 54 anni, senza figli,  che decidono di rispondere alla città capitale degli sfratti, delle continue privatizzazioni dei servizi pubblici, dei tagli. Dalle prime ore del mattino, Fatima e suo marito si organizzano per opporsi allo sfratto dalla loro abitazione, arrivato per morosità incolpevole dovuta dall’assenza di reddito. Il primo avviso risale a giugno 2012. Poi, nonostante i due abbiano ricominciato a lavorare riuscendo a pagare l’affitto e a coprire la morosità la padrona di casa decide di andare avanti con l’ingiunzione di sfratto. Se da una parte cè una padrona di casa che preferisce liberare il proprio alloggio per poterlo vendere, dall’altra parte c’è l’immobilità delle istituzioni incapaci di rispondere  alla crescente emergenza abitativa che colpisce molte famiglie torinesi. La gerarchizzazione del reddito che permette o meno di rientrare nelle liste dell’emergenza abitativa, non concede a Fatima e Bolila di poter usufruire di questo strumento, ormai in esaurimento per le numerose richieste. L’unica cosa che viene loro concessa è un piccolo contributo di Locare e null’altro, un migliaio di euro per potersi trovare una nuova casa…poca cosa se si prendono in considerazione gli affitti per nulla economici e le anticipazioni mensili se si passa dalle agenzie immobiliari. Pagliativi che il sindaco Fassino continua a vendere come risposte positive di aiuto economico alle famiglie in difficoltà. Balle! La verità risiede nelle numerose famiglie che iscritte alle liste per le case popolari non riceve alcun aiuto, nessuna casa (quest’anno solo 500 alloggi popolari verranno concessi….) e vengono liquidate con cifre ridicole dalle istituzioni incapaci di garantire il diritto all’abitare.

In questo quadro sempre più famiglie, singoli, si organizzano per resistere agli sfratti. Fatima e suo marito oggi ottengono una proroga fino al 25 gennaio, giorno in cui torneremo insieme a loro a resistere affinchè si raggiunga una soluzione abitativa dignitosa e soprattutto che esaudisca il volere di Fatima e Bolila.

Un altro martedì di resistenza

Come ormai di consuetudine ogni terzo martedì del mese a Torino è giornata di sfratti.

Non fa eccezione il quartiere “barriera di milano”, dove oggi erano tre gli sfratti programmati, tutti molto vicini.

In via Feletto e in via Sesia un consistente numero di presidianti bloccava il traffico sin dalle prime ore del mattino, con cassonetti posti a barriera; in via Candia invece, dove si era già al sesto accesso, il presidio era praticamente in mezzo ai banchi del mercato.

Verso le 7:30 sono apparse le solite camionette e la digos, ma si sono limitati ad osservare da lontano.

Nel corso della mattinata alcune delle famiglie sotto sfratto insieme ad alcuni solidali, hanno occupato gli uffici dell’IVG (l’istituto che si occupa della vendita all’asta degli alloggi pignorati). Dopo circa una mezz’ora è intervenuta la celere che, con le ormai note modalità, ha buttato la gente in mezzo alla strada e provveduto alla “messa in sicurezza” degli uffici, non mancando di identificare alcuni presenti, successivamente rilasciati.

Nonostante nessuna conferma ufficiale sia arrivata alle famiglie, le voci circolanti erano che per tutte e tre fosse stata concessa un’ulteriore proroga a gennaio.

Durante la mattinata è stata anche sanzionata  con uova e vernice una filiale Unicredit di zona, proprietaria formale degli alloggi sotto sfratto.

Altri due sfratti previsti in zona San Paolo hanno entrambi ottenuti la proroga. Dopo lunghe ore di attesa l’ufficiale giudiziario, con pratica ormai consolidata, si è presentato con il foglio del rinvio già firmato.Una famiglia ha invece deciso di non resistere poichè si era autonomamente trovata una soluzione alternativa

Ancora un’altra grande giornata di resistenza riuscita quella di oggi, che continua a dare un segnale molto forte a chi vorrebbe che questa crisi rimanesse nascosta sotto gli sgargianti tappetini dei palazzi di potere.

La casa è un diritto e di sicuro ce lo riprendiamo!